“Sono circa 900 le cooperative presenti su tutto il territorio provinciale, una parte considerevole di queste ha sede nella città capoluogo. Molte sono cooperative di produzione e lavoro, ma anche sociali. Questo per dire che si tratta di realtà importanti anche nello scenario locale, e che per questo evidentemente andavano prese in considerazione dalla Giunta comunale nel momento in cui ha pensato di favorire la ripartenza del sistema economico stanziando, in due diverse tranche, 8 milioni di euro”. Così il Segretario Generale di Confcooperative Taranto, Carlo Martello, con riferimento alle misure disposte dal Comune per cercare di alleggerire gli effetti prodotti sul sistema economico dalla pandemia. “Quando il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, presentando alla stampa il corposo intervento della sua Amministrazione, ha affermato di aver ascoltato le istanze di tutte le Associazioni di Categoria nonché delle Organizzazioni del Terzo Settore, ha riferito delle inesattezze, poiché Confcooperative Taranto è stata assolutamente ignorata nella fase di ascolto, propedeutica all’individuazione degli interventi”. “In questo modo– prosegue Martello – non si vuole criticare il complesso delle misure, certamente notevoli, ma piuttosto si vuole invitare ad un confronto che davvero coinvolga tutte le realtà interessate. L’azione di rappresentanza della Confcooperative è sempre stata quella di tutelare le imprese cooperative evidenziandone le peculiarità, che ne fanno un soggetto particolarissimo nell’ordinamento giuridico delle società e, soprattutto, di ausilio e collegamento della Pubblica Amministrazione per il miglior recepimento della funzione sociale della cooperazione. Quando si prevede, opportunamente, il sostegno alle piccole imprese oggetto di fermo non si può dimenticare quello che le cooperative sociali hanno subito, stanno subendo e subiranno in conseguenza del provvedimento di sospensione delle attività sociosanitarie, acquisite ricordiamolo, con pubblici appalti al ribasso. Attività sospese, anzi trasformate, cassa integrazione per molti ancora promessa, costi fissi sostenuti nonostante il blocco che non saranno riconosciuti, incremento stratosferico delle spese alla ripresa per l’acquisto dei dispositivi di protezione necessari, peraltro introvabili, nonché per attività organizzative, formative e quant’altro risulti utile ad evitare il contagio. Anche le cooperative di Taranto sono appesantite, come tutti in questo preciso momento storico, alcune rischiano addirittura di chiudere i battenti. Sicuramente avrebbero bisogno di un supporto. Questo la nostra associazione, se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe voluto dire al suo Sindaco per suggerire possibili interventi, certa di incontrare un interlocutore attento e sensibile ai temi espressi”. “L’auspicio – conclude Carlo Martello – è che, anche se qualcuno ha cercato di chiudere le porte del dialogo sereno e costruttivo, vengano riaperte, in questo caso nell’interesse delle cooperative della nostra città”.