Conosco Greta, la sua mamma Maria Teresa e il suo papà Ivan i quali hanno autorizzato per iscritto Tarantini Time a raccontarvi quanto andrete a leggere e ad utilizzare in chiaro una foto che la ritrae.
Gli esami di terza media e maturità 2020, sono tra quelli che difficilmente dimenticheremo, considerata l’emergenza Covid-19 che ci ha catapultati in una di quelle situazioni che mai avremmo immaginato di vivere. Eppure è successo e abbiamo dovuto introdurre regole e modi di vivere che pian piano stanno diventando il nostro quotidiano.
Le scuole hanno continuato a formare i propri studenti attraverso piattaforme online e lezioni in remoto, preparando gli alunni prossimi agli esami.
Le lezioni online, qualche difficoltà di connessione, la confusione iniziale per una situazione insolita, non hanno certamente distolto l’attenzione della piccola Greta dal suo obiettivo: affrontare il suo esame di terza media con un elaborato dedicato al corpo della Polizia di Stato.
La Polizia di Stato vive nel cuore di questa ragazzina. Il suo papà Ivan è infatti un poliziotto in forza al Reparto Volanti della Questura di Taranto. Anche suo zio David è un poliziotto. Ed è proprio a loro due e a tutti i loro colleghi che Greta ha voluto dedicare il suo lavoro, spendendo parole dolcissime e significative allo stesso tempo.
Greta parla e scrive da figlia di un poliziotto, da ragazzina che cresciuta con il mito di papà eroe, ha imparato con gli anni a capire quanto sia difficile il mestiere del suo papà. Ha imparato a capire quanto siano fondate le ansie della mamma quando papà fa i turni; ha imparato a capire il sacrificio che si cela dietro quell’omone in divisa che, ogni giorno è chiamato a garantire la sicurezza di tutti.
Nella presentazione del testo di Greta, che frequenta la classe III dell’Istituto comprensivo “Leonardo Da Vinci”, plesso “Giovanni Pascoli” di Montemesola, troviamo tutto ciò: cosa significa essere figlia di un poliziotto.
«Ho scelto questo argomento perché volevo dedicarlo a mio padre Ivan, a mio zio David e ai suoi colleghi che operano sul territorio con onore» scrive Greta.
«Mio padre – continua – è un sottufficiale della Polizia di Stato, lavora presso il reparto Volanti della Questura di Taranto che in quest’ultimo periodo è molto impegnata data la situazione attuale che il nostro Paese sta attraversando per colpa di un virus chiamato Covid-19. Ho pensato di dedicargli il mio elaborato per dirgli “grazie” del suo impegno. Oltre a gestire questa situazione d’emergenza deve anche occuparsi della sicurezza pubblica territoriale. Da fine Febbraio – prosegue la piccola Greta – gli uomini e le donne della Polizia di Stato lavorano in prima linea insieme ai dottori per arginare e contrastare l’espandersi della pandemia ma devono anche occuparsi della criminalità organizzata e dei vari problemi familiari».
Greta comprende il grande il valore del lavoro che svolgono gli uomini in divisa come il suo papà e, da figlia di un poliziotto, ha imparato a rinunciare a del tempo insieme o far scendere giù il boccone amaro ogniqualvolta degli stolti si divertono a insultare le forze dell’ordine.
«Mi duole il cuore quando sento la gente deridere e insultare quello che fanno gli uomini in divisa, Dio sa quanto soffro per non poter trascorrere del tempo in più con mio padre – dice Greta -. Penso ai gravi rischi che la Polizia corre ogni giorno per proteggerci, al grande impegno che mette nel proprio lavoro e di conseguenza, penso a tutti quei bimbi o ragazzi – conclude – che non potranno più abbracciare i loro padri o le loro madri a causa di coloro che non rispettano la legge».
Ecco. Se a qualcuno non basta sapere che i poliziotti oltre ad essere tali, sono anche padri di famiglia, allora lo faremo dire ai loro figli. Faremo dire loro cosa significa.
Greta ha quasi 14 anni. Questo è stato non solo il suo esame, ma anche una grande lezione che ha dato a tutti noi.
Ha scelto di frequentare il Liceo Scientifico. Vuole studiare per diventare un eroe, ma non in giacca blu, bensì col camice bianco: vuole fare il medico.