Nonostante le rassicurazioni del Governo, ad oggi, nessun passo in avanti è stato compiuto per rendere operative le autoscuole. Al momento, infatti, gli esami teorico-pratici per il conseguimento di tutte le patenti di guida sono stati rinviati a data da destinarsi. Ancora non ci sono protocolli che regolino le prove a quiz, nè direttive per lo svolgimento delle guide.
Purtroppo, risultano rigettate le richieste avanzate dalle principali associazioni di categoria delle autoscuole, che, per accelerare i tempi di ripresa degli esami, avevano proposto lo svolgimento dei quiz presso le proprie sedi, peraltro già adeguatesi anticipatamente ai protocolli di sicurezza emanati dal Ministero solo qualche giorno fa. Inspiegabilmente, è stata così impedita una ripartenza celere ed efficiente che avrebbe consentito di recuperare le decine di esami in programma dallo scorso marzo in poi.
Per gli esami di teoria, bisogna inoltre attendere l’adeguamento alle disposizioni di sicurezza Covid-19 dell’aula d’esame in motorizzazione, ovvero, in alternativa, prendere in affitto sale-conferenza o altri spazi. Quanto alla prova di guida, persistono ancora molteplici incertezze. Sul punto, anche i sindacati degli esaminatori non sono d’accordo con le linee-guida tracciate dal Governo: si prevede, tra l’altro, la doppia sanificazione tra la prima e la seconda parte della prova pratica con un gravoso dispendio di tempo e notevoli complicazioni di carattere pratico. Un dissenso, questo, che potrebbe determinare l’astensione di molti esaminatori, provocando un ulteriore stop per il conseguimento delle patenti.
Per il momento, gli uffici provinciali della motorizzazione rimangono chiusi ed è consentito l’accesso solo da remoto, tramite procedure telematiche o previo appuntamento. Non è possibile, di conseguenza, ottenere alcun tipo di documento utile (come i fogli rosa).
Questo rende la riapertura delle autoscuole una semplice quanto inutile formalità, con i titolari praticamente impossibilitati a fornire informazioni precise ai propri clienti.
Di fatto, il settore è bloccato a causa dell’inerzia di uno Stato che non è in grado di garantire la sicurezza dei propri uffici, paralizzando, così, l’attività di circa ottomila imprese che danno lavoro ad oltre trentamila addetti.
Per superare questa fase di impasse, i titolari di scuolaguida di Taranto e provincia si stanno mobilitando per le più opportune azioni di protesta da mettere necessariamente in atto qualora la situazione non dovesse evolversi positivamente in tempi brevi.
La categoria, dopo due mesi e mezzo di chiusura delle proprie attività, senza vedere neanche un euro di incasso e continuando a sostenere le molteplici spese di gestione, è stanca di attendere. Ora basta!