Sull’attenzione nei confronti dell’area ex Belleli manifestata dal gruppo Ferretti è bene riportare l’attenzione sul tema che ci riguarda, ovvero gli interessi del nostro territorio. Il sottosegretario Turco ha fatto buona pubblicità a questo interesse anche se dalle notizie diffuse si evince che non si realizzerà naviglio con carena in ferro, per intenderci quella di maggiore dimensione che garantisce centinaia di posti di lavoro e il ricorso a innumerevoli commesse all’indotto, ma imbarcazioni di più ridotte dimensioni con scafi che vengono realizzati grazie alla colata negli stampi e nei modelli della vetroresina. Rimanendo sui fatti e d’obbligo quindi sapere se esiste un piano industriale dell’investitore per capirne la progettualità ed eventualmente conoscere quando partiranno le assunzioni sul territorio, atteso che l’azienda potrebbe utilizzare proprie professionalità e fare qualche assunzione a chissà quando avendo nel frattempo incassato l’utilizzo della piattaforma. Occorre poi capire se sarà lo stato a pagare o ad aver già pagato la bonifica dell’area, perché se così fosse senza ombra di dubbio l’area andrebbe messa a gara. L’evidenza pubblica, oltre a sanare l’assenza di trasparenza dovuta all’interlocuzione con un solo gruppo privato, consentirebbe, lì dove le autorità hanno deciso di rendere fruibile lo yard Belleli, di raccogliere le migliori proposte progettuali e di scegliere in base alle migliori ricadute economiche possibili per noi tarantini. Al momento, a fronte dell’interesse di una sola società e di un investimento la cui ricaduta occupazionale su Taranto va certificata, vanno verificate tutte le possibilità di investimento che vadano a conciliare l’interesse d’impresa con il massimo beneficio pubblico realizzabile per il territorio. In quest’ottica, inoltre, rivolgo al Sottosegretario Turco, e al Sindaco di Taranto, anche la mia proposta di far sedere al tavolo Fincantieri per realizzare nell’area ex Belleli un polo della cantieristica navale. L’azienda è società italiana, finanziata dal nostro stato, pertanto la presidenza del consiglio non avrebbe difficoltà a coinvolgerla se c’è oggi realmente tutto questo interesse per Taranto da parte del governo. A Monfalcone la cantieristica navale impiega in tutto 10 mila persone per cui si chiami Fincantieri a sottoscrivere un accordo con il territorio per la realizzazione di un polo produttivo che obblighi gli armatori a rivolgersi per le commesse e le manutenzioni alle aziende della nostra provincia; inserendo, infine, il reimpiego nella cantieristica dei lavoratori ex Tct e ex Ilva attualmente in cassa integrazione straordinaria. Si sviluppi su quell’area un progetto complessivo per il recupero dei posti di lavoro andati persi e per nuove opportunità alle imprese locali, valutando attentamente ogni proposta d’investimento, puntando a progetti di riconversione economica di grande respiro e visione strategica per il futuro di Taranto.
Giampaolo Vietri – Consigliere Provinciale e Comunale di Taranto – Fratelli d’Italia