In data odierna si è riunito il consiglio di fabbrica e le segreterie di Fim, Fiom, Uilm in merito all’inspiegabile scelta da parte di Arcelor Mittal di chiudere tutta l’area a freddo e aumentare il numero di lavoratori in cassa integrazione determinando, di fatto, un rischio per la sicurezza dei lavoratori e degli stessi impianti. Una scelta incomprensibile e con il solito fine ricattatorio nonostante ci siano commesse già in ordine e mai interrotte. È del tutto evidente che l’azienda provi a ritagliarsi uno spazio con il governo per provare a trattare miglior condizioni di favore sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini.
Fim, Fiom e Uilm denunciano da tempo uno stato di abbandono degli impianti, oltre che il fermo delle attività previste dalle prescrizioni del piano ambientale. Inoltre, all’interno della fabbrica si vive un clima di paura creata ad arte per intimorire i lavoratori, basti pensare al proliferare di contestazioni disciplinari e licenziamenti. Una situazione divenuta ormai insostenibile e che deve necessariamente essere affrontata dal governo con chiarezza e determinazione.
Arcelor Mittal è un interlocutore inaffidabile e lo ha dimostrato in molteplici occasioni.
Pertanto, in assenza di risposte immediate le scriventi organizzazioni sindacali, osservando tutte le restrizioni in atto previste dal Dpcm ultimo, metteranno in campo azioni di lotta, a partire dalla mobilitazione del 22 maggio con una presidio presso la Prefettura.
Taranto 19.05.2020