I 99 lavoratori dell’ArcelorMittal Italy Energy in cassa integrazione a causa dell’emergenza Covid-19, aspettano di conoscere se il ricorso all’ammortizzatore sociale faccia parte di una strategia di sviluppo dell’attività oppure se sia solo un modo per prendere tempo approfittando della possibilità di ottenere l’erogazione di denaro pubblico. L’UGL Chimici Elettrici esprime delusione per l’atteggiamento dell’azienda mostrato durante il colloquio con le organizzazioni sindacali a cui non sono state date risposte alle domande sul futuro dello stabilimento. Un incontro inutile e sterile, a senso unico, nel corso del quale Amie ha mostrato una sconfortante mancanza di visione prospettica ed evidenti difficoltà ad assumersi la responsabilità d’indicare un progetto di sviluppo, apparendo da subito chiara l’incapacità di fornire indirizzi, piani industriali e certezze sul futuro lavorativo. La nostra organizzazione sindacale rivendica con forza rispetto e lealtà nei confronti delle maestranze, ciò che le stesse hanno dato all’azienda nel corso di tutti questi anni, credendo nella possibilità di costruire una società più umana, dove la dignità dei lavoratori ed il loro benessere economico, si sposino con la sostenibilità ambientale e d’impresa.
Occorre ricordare come la Centrale di Taranto Energia, oggi acquisita della società ArcelorMittal Italy Energy, abbia come obiettivo quello di utilizzare i gas siderurgici originati dai processi produttivi dello stabilimento ex Ilva per la produzione di energia elettrica.
Una società che, a nostro avviso, deve essere ritenuta strategica per l’impatto ambientale e la sicurezza dei lavoratori, come è possibile rilevare dagli impegni che la stessa società ha assunto per una “Politica per la sicurezza e l’ambiente”, come rileviamo dal sito di “Taranto Energia s.r.l.”
Peraltro, la stessa rientra a pieno titolo nell’acquisizione di vendita di ramo d’azienda con l’accordo del 6 settembre 2018, che venne definito “0 esuberi”, e con il quale fu prospettato un interessante progetto di bonifica e ambientalizzazione, da portare avanti con l’utilizzo di lavoratori in Cigs e per i quali era stato definito un piano di rientro nella società acquisitrice, purtroppo, oggi divenuto una pia illusione.
È ormai chiaro, infatti, come l’azienda vada avanti con scelte politico-economiche che denotano solo un evidente disimpegno dal territorio e dal rispetto dei patti sottoscritti sull’occupazione; per tale motivo riteniamo indispensabile aprire un confronto con le massime autorità istituzionali (Presidenza del Consiglio, Ministro dello Sviluppo Economico, Ministro dell’Ambiente, ArcelorMittal e OO.SS.), utile a trovare una giusta soluzione. In caso contrario la UGL Chimici Energia si riterrà libera di avvalersi di tutti gli strumenti utili per orientare una scelta che sia la migliore per i Lavoratori e per il Paese.