A Taranto in ArcelorMittal accade tutto e il contrario di tutto. Vige un clima di approssimazione.
Mentre l’azienda nel corso dell’odierno incontro con le organizzazioni sindacali comunica blocchi e rinvii di ripartenze impianti, a distanza di poche ore informa telefonicamente i lavoratori di altri reparti circa lo stop di altre attività, ponendo gli stessi in Cassa integrazione già dall’odierno terzo turno.
In particolare le comunicazioni dell’ultim’ora stanno interessando i lavoratori di diversi reparti: Officina elettrica Ofe Mel (centrale e manutenzioni), riparazione mezzi industriali Ril, magazzini di area, recupero materiali ferrosi Irf, Laminatoio a freddo Laf Cpa, manutenzione treno nastri n.2, decatreno.
Situazione paradossale che evidenzia ancora una volta l’assenza di corrette relazioni industriali in un contesto di vera superficialità e dilettantismo.
Questioni che in questi minuti stiamo approfondendo con le nostre Rsu all’interno della fabbrica, per meglio comprendere la gravità di questo atteggiamento aziendale senza precedenti. Nelle prossime ore vi daremo un quadro più dettagliato delle contraddizioni rilevate.
Nel frattempo, ci limitiamo a dire che non si possono fermare impianti con la sola scusante di non avere lo spazio necessario per accatastare la merce. Per noi alla base di tutto c’è dell’altro e vogliamo capirlo.
Al riguardo chiediamo un intervento da parte del governo che non può rimanere spettatore impassibile di una situazione emergenziale, acuitasi rapidamente negli ultimi tempi anche per via di una totale assenza dal parte del Ministero competente.
Al ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli chiediamo di chiarire quanto sta accadendo e, soprattutto, se l’ex Ilva ora ArcelorMittal sia ancora tra le priorità nella agenda di questo governo. Tutti i lavoratori pretendono chiarezza.
Roma, 14 maggio 2020 Ufficio stampa Fim-Cisl