Erano in centinaia il 17 agosto dello scorso anno, in una Taranto post ferragostana per il resto quasi deserta, all’inaugurazione della nuova palestra della Taranto Boxe Team Morrone di via Verdi, 7 al quartiere Tamburi. Quasi un presagio su quello che sarebbe stato il successo del sodalizio della famiglia Morrone e del presidente Giuseppe Acquaviva, divenuto, in pochi mesi, un autentico punto di riferimento per i pugili non soltanto di zona, ma dell’intera città.
Poi ad inizio marzo lo stop forzato a causa dell’emergenza covid 19, che ha bloccato l’intero mondo sportivo: il motore della macchina della Taranto Boxe Team Morrone, però, non si è mai spento.
“Il coronavirus ha soltanto rallentato le tappe che avevamo programmato per la crescita dei nostri neo pugili – fa sapere il maestro Giuseppe Morrone – con i quali c’era un percorso di crescita costante, in particolar modo per dodici di questi. Avere una struttura all’avanguardia e non poterla usare è davvero un colpo al cuore, soprattutto alla luce dei tanti sacrifici fatti per aprirla e renderla esattamente come la desideravamo. Il colpo è stato accusato pesantemente dalla società, che però non ha perso l’entusiasmo, nonostante non ci sia un decreto che aiuti realmente le associazioni sportive dilettantistiche. Abbiamo però la forza di guardare avanti, la stessa forza che abbiamo trovato negli occhi dei bambini che frequentano la nostra palestra, con uno spirito guerriero, vispi, tenaci, svegli, con le caratteristiche giuste per diventare un buon atleta. Saremo sempre al loro fianco e a tutti i nostri tesserati. Alla ripresa, ci sarà anche una novità importante, con l’ingresso nel nostro team di nostro fratello Cosimo Morrone, ex pugile dilettante prossimo aspirante tecnico, sempre sotto l’occhio vigile di papà, il veterano Francesco Morrone, ex pugile professionista.
“Periodo non semplice, che però ho interpretato come una ricarica per una ripartenza ancora migliore – commenta invece il dirigente e aspirante tecnico Cristian Morrone – in cui non ho mai perso contatti con i nostri allievi, i quali ci chiedono insistentemente notizie sulla riapertura. Attendiamo un protocollo dal ministero e le conseguenti indicazioni della nostra federazione, la quale ci dirà come e quando ricominciare. Ci siamo già attrezzati per ottemperare a tutte le richieste e a garantire il meglio ai tesserati in massima sicurezza: ad esempio, per rispettare il numero massimo di presenze nella struttura che sicuramente ci sarà imposto, abbiamo già pianificato una turnazione più ampia. Lo dobbiamo alla nostra gente, quella che ci ha amato sin dall’inaugurazione, che si è legata ai maestri e che considera la nostra palestra un po’ come una seconda casa. Siamo pronti a far ritornare a sognare il quartiere con il nostro pugilato”.
Uno dei valori aggiunti della Boxe Morrone è sicuramente il suo presidente, Giuseppe Acquaviva: generoso e altruista, vive di boxe, incoraggiamenti e abbracci per i suoi atleti, quelli che sono mancati in queste dure settimane. Ma per il massimo dirigente è già tempo di guardare oltre: “Abbiamo realizzato tutto questo per amore della boxe, del quartiere Tamburi e della nostra amata città di Taranto. Personalmente, ho messo alle spalle il mio contratto lavorativo con l’ex Ilva per intraprendere questa nuova avventura che il coronavirus ha reso soltanto più difficile ma probabilmente più bella, proprio perché in salita. Perché non molliamo, continuando in quell’impronta positiva che abbiamo dato sin dagli albori di questa palestra, contraddistinta non solo dall’insegnamento della nobile arte della boxe ma soprattutto dall’amore di una grande famiglia chiamata Team Morrone. Fosse per noi, riapriremmo anche domani: di sicuro lo faremo subito dopo che ci sarà consentito, perché la nostra struttura è già pronta. Nel frattempo, l’auspicio è che torni tutto alla normalità, ma l’importante è ricominciare perché un pugile se cade sette volte, si rialza dieci”.