Incomprensibile e inaccettabile. Così i rappresentanti di Confartigianato Benessere di Taranto definiscono la decisione del Governo di rinviare al 1° giugno la riapertura di acconciatori e centri estetici. Con senso di responsabilità – sostengono gli operatori iscritti a Confartigianato – abbiamo elaborato e presentato proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale pulizia, sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente le nostre possibilità di ricavo, ma siamo consapevoli della loro necessità, per ora. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ora non accettiamo che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori e si limitino ad una incomprensibile dilazione per le nostre attività. Oltre il danno pure la beffa.
Del resto, al 1° giugno cosa potremo fare di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? No, non ci stiamo. Finora siamo stati alle regole, ma la prospettiva di un altro mese e più di fermo obbligato non l’accettiamo”.
Le dichiarazioni del Presidente Conte sulla riapertura tra 5 settimane di Estetiste e Acconciatori ci lascia basiti. Le nostre aziende sono chiuse da 2 mesi e si stanno preparando da giorni ad una riapertura in massima sicurezza. Non possiamo accettare tempi così lunghi che rischiano di mettere in ginocchio il comparto più importante per i servizi alla persona. Ora siamo al lavoro per chiedere al Governo di accorciare i tempi di riapertura.
A tal fine, soprattutto per far sentire tutto il peso delle imprese del benessere, proclamiamo l’immediato stato di agitazione della categoria esprimendo la profonda preoccupazione ed indignazione per l’eccessivo prolungamento della chiusura obbligatoria, sollecitando importanti misure urgenti di sostegno economico specifiche per le categorie dei parrucchieri e delle estetiste. Chi paga tutti i costi che le imprese stanno sopportando senza il minimo incasso? I fitti, le bollette, i contributi, le imposte, come si fa a pagarli? Non bastano le scuse, caro Presidente, qui si tratta di provare a campare, e gli imprenditori non possono essere discriminati, per di più senza una sensata giustificazione!
Questa assurda discriminazione mortifica ed impoverisce ancora di più il comparto, favorendo grossolanamente l’abusivismo domiciliare, svolto da chi già lavorava in nero e che in nero rimane e continua liberamente a lavorare, mettendo a rischio ancor di più la salute dei cittadini. Non una parola è stata detta dal premier alla popolazione sull’argomento, poteva benissimo dare un messaggio alla popolazione di non lasciarsi tentare dal rischio di servirsi di operatori irregolari, che per altro costituisce un reato. E’ assolutamente necessario, lo ribadiamo ancora una volta, che tutte le autorità preposte a livello provinciale intensifichino i necessari controlli.
Molti istituti estetici e saloni di parrucchieri e barbieri rischiano di non riaprire più ed è nostro preciso dovere, come Confartigianato, impedire tutto questo con tutta la forza in nostro possesso. Nelle prossime ore decideremo le azioni più idonee e praticabili per l’ottenimento di una anticipazione dei tempi di apertura e di adeguati sussidi economici a fondo perduto a ristorno dei costi che le imprese stanno sopportando.
La preghiera che facciamo agli imprenditori, pur capendo lo sconforto e la rabbia del momento, è quella di restare uniti e di trovare tutti insieme la forza necessaria a non mollare e perdere le proprie imprese. Confartigianato Taranto c’è e ci sarà sempre al vostro fianco.
Taranto, 27 aprile 2020