Sono state appena pubblicate le ordinanze del TAR Lecce sui ricorsi proposti da ArcelorMittal Italia S.p.A. e da Ilva S.p.A. in A.S. avverso l’ordinanza contingibile e urgente del Sindaco di Taranto dello scorso 27 febbraio.
Come noto, con questo provvedimento il Sindaco, alla luce di plurimi e persistenti fenomeni emissivi e del rischio sanitario in atto, ha fatto applicazione del principio di precauzione di derivazione eurounitaria e ha ordinato ai responsabili dello stabilimento siderurgico di individuare e risolvere le criticità riscontrate, pena la fermata degli impianti.
Le preoccupazioni del Comune hanno trovato riscontro nelle ordinanze del TAR, il quale ha affermato che il rispetto dei parametri di emissioni contenuti nell’AIA non costituisce di per sé garanzia dell’assenza di danno sanitario, e ha sottolineato come nel caso di specie risulti per di più pendente il procedimento di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, fondato sulle relazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e della ASL di Taranto, che hanno accertato un incremento del tasso di mortalità sul territorio, con elevatissima frequenza percentuale di patologie oncologiche sempre più diffuse anche in soggetti in età pediatrica. Inoltre, i giudici non hanno mancato di evidenziare che il gestore dello stabilimento è stato di recente sanzionato per violazione dell’AIA in relazione alle emissioni di polveri, e che sempre in questo ambito risultano ancora in corso procedimenti di verifica.
Il TAR ha quindi deciso di approfondire il più possibile i profili sanitari della vicenda, e ha ordinato al Ministero dell’Ambiente e all’ISPRA di depositare accurate relazioni al riguardo, anche con riferimento ai più recenti eventi occorsi, al procedimento di riesame dell’AIA, nonché, in generale, alla considerazione che i profili di prevenzione del danno sanitario, anche alla luce del principio di precauzione, hanno avuto e hanno nella redazione del Piano ambientale e dell’AIA del 2017.
Il MATTM e ISPRA hanno ora 90 giorni per depositare le proprie relazioni, dopo le quali il TAR adotterà una nuova decisione a seguito dell’udienza già fissata per il 7 ottobre 2020.
L’impianto dovrebbe continuare la sua produzione, nell’attesa della prossima decisione, ma ci si può attendere che ciò avverrà con una rinnovata attenzione ai profili sanitari da parte del gestore e delle Autorità competenti. Il quadro appare decisamente mutato.
Insomma, per Taranto e per i suoi cittadini si tratta di una pronuncia importantissima, e soprattutto di una conferma che il Sindaco si è mosso nella giusta direzione, e cioè quella di tutelare i suoi cittadini dai pericoli sanitari connessi all’attività industriale dell’area.
Il commento a caldo del primo cittadino ionico: “Si fa sul serio, la pandemia sta cambiando il mondo, per Taranto non possono accettarsi altre eccezioni, non si tratta più di ricercare equilibri teorici con la grande industria; come per il coronavirus e l’intero Paese, la salute dei tarantini è il primo essenziale valore da tutelare, il PIL si aggiusta, la vita no. Siamo pronti a contrastare in ogni sede chiunque non aderisca perfettamente a questo principio. È un round iniziale, continuiamo a lavorare a tutto campo su questo”.