Si è svolta questa mattina un incontro, in videoconferenza, fra il Presidente della Provincia, il Sindaco di Taranto e i primi cittadini dei comuni interessati alla realizzazione della strada di scorrimento veloce Talsano – Avetrana e i segretari dei sindacati confederati, allo scopo di approfondire la rimodulazione che la Giunta Regionale avrebbe in animo di programmare, di parte dei Fondi POR Puglia 2014-2020 del Fondo di Sviluppo e Coesione, nonché del Patto per la Puglia, tra cui vi è per l’appunto il finanziamento della strada litoranea interna, la cosiddetta Regionale 8.
La notizia, pur apprezzando la lodevole iniziativa intrapresa a sostegno dell’economia pugliese al fine di fronteggiare la grave crisi economica scaturita dalla diffusione del Covid-19, ha registrato l’unanime riscontro che – per tale rimodulazione dei fondi – debba restare fuori la Talsano – Avetrana, opera di assoluta rilevanza strategica, in avanzato stato di realizzazione, con finanziamento in corso, per la quale tra l’altro, in data 28/01/2020, la Provincia di Taranto ha depositato gli atti progettuali per le necessarie autorizzazioni per il completamento.
La risolutezza degli intervenuti sarà trasferita nelle deliberazioni che saranno sottoposte al Consiglio Provinciale e dell’Assemblea dei Sindaci di Terra Ionica, convocate rispettivamente in seduta monotematica martedì 28 e mercoledì 29 aprile prossimi, per la deliberazione di un documento unitario del territorio tarantino, al fine di rivendicare l’assoluta priorità dell’infrastruttura per lo sviluppo del tessuto socio-economico del versante orientale e la ferma intenzione di tutti gli enti locali di scongiurare ogni possibile intervento gravemente penalizzante per la Provincia ionica, nell’auspicio che i preannunciati interventi di rimodulazione dei fondi non abbiano ad oggetto la Strada Regionale 8.
«La Terra Ionica – aggiunge il Presidente della Provincia Giovanni Gugliotti – vanta un credito importante nei confronti della Regione Puglia, dell’Italia e dell’Unione Europea tutta, per la produzione di acciaio che qui ha causato e causa tutt’oggi danni alla salute e all’ambiente, nonché soffoca lo sviluppo economico alternativo di questo splendido territorio, che in termini di agricoltura, mare e turismo non ha nulla da invidiare a nessuno. Pertanto, è arrivato il tempo di iniziare a risarcire la nostra Provincia e chiedere ad altri territori di fare qualche sacrificio in più».
Taranto, 23 aprile 2020