Fase2: riaperture progressive delle attività economiche attualmente sospese. L’esecutivo ha sviluppato un piano nazionale per tutte le regioni con linee guida omogenee, che prevedono un programma articolato che tuteli salute ed esigenze produttive. A margine del confronto tra il premier Conte e i presidenti di regione, c’è una significativa adesione delle regioni al piano adottato dal governo.
La Fase 2, che prenderà l’avvio dal 4 maggio, sarà caratterizzata da un potenziamento del lavoro in modalità smart working – nei casi in cui è possibile attuarlo – oltre all’implemento dei protocolli di sicurezza negli ambienti di lavoro.
Mentre Walter Ricciardi – rappresentante italiano del comitato esecutivo dell’OMS – ha espresso perplessità per la decisione del governo di riaprire le attività produttive in tempi così brevi, l’esecutivo si sta muovendo, parallelamente, nell’ottica di un rafforzamento degli ospedali Covid, per garantire un più efficace controllo dei contagi.
La convivenza del paese con il coronavirus (fino all’azzeramento dei contagi nel lungo periodo o ad un vaccino che possa debellare il virus), è una realtà con cui si dovrà fare i conti, scongiurando una possibile seconda ondata di contagi. Ecco perché il governo e le singole regioni si muovono nella direzione di mediare per trovare una soluzione che risulti efficace alla ripartenza del motore economico, nell’ottica del distanziamento sociale.
Sull’avvio della Fase2, il governatore della regione Puglia, Michele Emiliano, ha sottolineato la necessità di rispettare “le regole comportamentali degli esperti”, aggiungendo la necessità di un’unica cabina di regia del governo e di un decreto legge che “copra le scelte delle regioni”.
Il governatore Emiliano ipotizza la ripartenza della Puglia a partire dal settore del turismo, che “dovrà prepararsi ad ospitare meno persone di quelle che potrebbe”. Poi toccherà “alla filiera agroalimentare” e – conclude il governatore – “subito dopo arriveranno le produzioni industriali strategiche e il grande sistema dei trasporti”.
Le misure adottate dal governo regionale in questi giorni tendono, in linea con l’approccio del governo centrale, a favorire nuove forme di organizzazione del lavoro; la Regione Puglia ha infatti pubblicato due Avvisi: il primo Avviso, con dotazione economica di 14.500.000,00 di euro è rivolto alle piccole e medie imprese con “Attivazione di un Piano di Innovazione Family friendly nelle PMI” per la formulazione di un Piano, da parte delle PMI della durata di 18 mesi.
La finalità di questo Avviso, spiega l’assessore al Welfare della Regione Puglia Salvatore Ruggeri è “favorire l’adozione di modelli di organizzazione del lavoro improntati alla destandardizzazione degli orari, attraverso strumenti come la flessibilità in entrata e in uscita, gli orari a menù, la banca delle ore e così via, oppure attraverso le nuove e innovative modalità di lavoro, quali telelavoro o smart working.”
Uno strumento, messo a disposizioni delle PMI, che prevede la copertura dell’80% della spesa per la redazione ed esecuzione del Piano ed una copertura del 100% della spesa per la formazione, preparatoria all’attuazione del Piano stesso.
Il secondo Avviso, “Promozione del welfare aziendale e della flessibilità nelle PMI” – con una copertura finanziaria di 1.500.000,00. Euro – è destinato invece agli Enti bilaterali pugliesi, per la diffusione delle conoscenza, informazione e promozione della conciliazione vita-lavoro; che si concretizzerà, per i soggetti ammessi al finanziamento – e per un periodo massimo di 12 mesi – in attività volte a promuovere l’adozione di modelli organizzativi family friendly, con sportelli informativi e attività di sensibilizzazione sulla gestione del personale orientate al benessere dei lavoratori e delle loro famiglie.
Queste misure si inseriscono nel quadro di una programmazione per sostenere le imprese e favorire un riavvio graduale delle attività produttive.
Il turismo, uno dei perni cruciali nell’economia della regione Puglia, potrebbe essere la chiave di volta per vedere uno spiraglio e dare, soprattutto, ossigeno agli operatori del settore: con l’ordinanza del 15 aprile e poi con l’ordinanza del 21 aprile, in riferimento ai parchi acquatici, agli stabilimenti balneari, alle concessioni demaniali marittime, alle strutture ricettive all’aperto (previa comunicazione al Prefetto) è ammesso l’accesso da parte dei titolari, di personale dipendente o terzi delegati, per lo svolgimento di interventi di manutenzione, sistemazione, pulizia, installazioni e allestimenti senza esecuzione di modifiche o nuove opere.
Parallelamente a questi provvedimenti, la regione Puglia ha messo in atto una serie di misure a sostegno delle PMI attraverso diversi strumenti tra cui:
La cassa integrazione in deroga (106,5 milioni di euro) e l’anticipo della Cig a costo zero e tasso zero;
Un progetto di riconversione aziendale per la produzione di DPI;
La sospensione dei mutui regionali fino a 6 mesi per 3461 imprese;
Pagamenti anticipati alle imprese di lavori, servizi e forniture delle Pubbliche amministrazioni;
Il sostegno al lavoro agile nei call center – con un finanziamento per l’acquisto di strumenti e attrezzature con un rimborso del 50% per il costo sostenuto dalle aziende;
Lo stanziamento di 36 milioni e 200 mila euro per il sostegno delle PMI (per tutti i settori produttivi e per gli investimenti nel settore turistico);
Un Fondo centrale di garanzia per le PMI con l’istituzione di una sezione speciale ed un aumento della copertura ordinaria di controgaranzia fino al 90%;
Il credito diretto alle PMI e ai professionisti, per assicurare liquidità immediata, attraverso autorizzazione ai Confidi assegnatari di Fondi regionali (con dotazione economica di 20 milioni di euro).
Altre misure sono previste dalla regione Puglia, a sostegno dei settori cultura, spettacolo e turismo attraverso alcuni provvedimenti e programmi di valorizzazione, con la previsione di proroghe specifiche per gli adempimenti prescritti e connessi ad investimenti cofinanziati dalla Regione.
La tempestività di accesso al credito delle PMI rappresenta, però, un fattore determinante per la ripresa ed è al centro delle perplessità di Confindustria Taranto, che chiede risposte certe da parte degli Istituti di credito: “Il Decreto Liquidità, così come presentato dal Governo, doveva servire a immettere nuove risorse immediatamente fruibili per il sistema produttivo italiano. Questo importante, per molti aspetti vitale, intervento finanziario – spiega Confindustria Taranto – sta invece mostrando tutti i suoi limiti sia rispetto alle modalità di accesso richieste alle aziende, quindi alla farraginosità delle condizioni imposte alle imprese per poterne fruire, sia in ordine alle effettive aperture di credito proposte, che appaiono ben diverse da quella vigorosa immissione di liquidità di cui si è parlato e che dovrebbe servire alle attività produttive per garantirsi una “ripartenza” sui mercati. Sono già molteplici le aziende – conclude la nota – anche del nostro sistema confindustriale, che lamentano difficoltà di accesso alle misure ed altrettante quelle che non riscontrano benefici immediati in termini di immissione di liquidità rispetto agli interventi previsti dal decreto.”