Che c’importa se non paghiamo le aziende dell’indotto, non c’importa nemmeno garantire le misure di sicurezza, già non riusciamo a garantire i lavori AIA, figurati se ci dobbiamo preoccupare di fornire mascherine e DPI vari a tutti i lavoratori. Quello che a noi interessa è licenziare!
Pare ormai chiaro che questo sia il mantra dei vertici aziendali di ArcelorMittal.
E così oggi si apprende di un altro licenziamento, l’ennesimo, a danno di un lavoratore exilva, che aveva denunciato nei giorni scorsi su facebook l’assenza di DPI e le scarse misure di sicurezza all’interno dello stabilimento applicate al tempo del Covid19.
Una distanza siderale da alcuni esempi virtuosi italiani, come la Ferrari, che da subito ha messo al primo posto l’interesse per la tutela dei lavoratori, insomma uno schiaffo in faccia a tutte le comunità locali che con grande impegno e fatica cercano di combattere questa battaglia.
Un clima di terrorismo puro, condito da un’assenza di dialogo e che punta ad appesantire una situazione già critica di suo.
È giunto il momento di estirpare lo stabilimento dalle mani di questi “predatori” finanziari, cercando anche di azzerare una volta per tutte la classe dirigenziale presente all’interno dello stabilimento che, sotto lauti compensi, ben si presta ai giochetti di Morseli e Company.
Occorre una presa di posizione netta e chiara da parte della politica a tutti i livelli. È da irresponsabili continuare a stendere tappeti rossi a una multinazionale a cui nulla importa della salute e del lavoro, ma che ha come unico scopo quello di annientare definitivamente un territorio dal punto di vista economico, sociale e sanitario.