L’emergenza sanitaria da Covid-19 sta mettendo in ginocchio anche il settore dell’autotrasporto. Sebbene con i provvedimenti emergenziali messi in campo dal Governo il trasporto merci su strada sia stato incluso tra le attività essenziali e strategiche per il Paese, in queste difficili settimane le imprese dei trasporti iniziano ad essere allo stremo delle loro possibilità economiche.
«Ad eccezione del settore alimentare, si registra un drastico calo del lavoro. – fa presente Giacinto Fallone, presidente provinciale della sezione Autotrasporto di Casartigiani Taranto – Sono ad esempio ridotti al minimo la distribuzione di carburante o l’approvvigionamento dei siti industriali e produttivi ancora operanti alla luce delle ultime disposizioni».
Su tutto il territorio provinciale sono coinvolte 594 PMI operanti nel settore dell’autotrasporto (ove il titolare è anche trasportatore). Il settore dà lavoro complessivamente a 1258 addetti, molti dei quali posti in cassa integrazione a causa del progressivo arresto delle attività. È dunque in calo anche il fatturato. Su una base annua di oltre 22 milioni di euro, si registra al momento una perdita di quasi un milione e mezzo.
«Il fermo delle attività aziendali e cantieristiche, inevitabilmente, sta creando forti problemi di liquidità. I continui ritardi nei pagamenti da parte di Arcelor Mittal poi, uno dei maggiori committenti a Taranto, non fanno che peggiorare la situazione, già di per sé drammatica. – rileva ancora Fallone – La nostra paura più grande è non riuscire ad ottemperare alle scadenze. Le banche non ci aiutano e il bonus di 600 euro previsto dal Decreto Cura Italia non è sufficiente. Con quali soldi ripartiremo?»
«I comuni facciano la loro parte e aiutino questi imprenditori. – aggiunge il segretario generale di Casartigiani Taranto Stefano Castronuovo – In passato nessuno ha voluto investire sulla manifattura locale come alternativa alla grande industria e questi sono i risultati. Adesso, in questa situazione di forte emergenza, abbiamo il dovere di fornire alle nostre imprese gli strumenti necessari per sopravvivere alla crisi economica».
Inoltre, per gli autotrasportatori ancora impegnati nel trasporto costante di merci e beni di prima necessità le cose non vanno meglio. Come ormai sta accadendo su tutto il territorio nazionale, le aziende a fronte delle ingenti spese sostenute per garantire il servizio, non ricevono i pagamenti da parte dei committenti, oppure arrivano con forti ritardi.
A causa delle crescenti complicazioni che non consentono il regolare svolgimento delle attività, il rischio è che le imprese siano costrette a fermarsi.
Raccogliendo il loro grido d’allarme il coordinamento delle Associazioni dell’autotrasporto (Unatras) ha investito del problema il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, reclamando urgenti provvedimenti.