ArcelorMittal ricorre alla cassa integrazione ordinaria per oltre 8mila lavoratori (8173 tra cui impiegati, e operai dello stabilimento. A darne comunicazione alle organizzazioni sindacali è l’azienda stessa, che ha annunciato che la Cig partirà dal 30 marzo e avrà una durata di 9 settimane. La causa di tale decisione, è l’emergenza coronavirus e la decisione del Prefetto Demetrio Martino che, con decreto prefettizio (n. 15392/27/Gab del 26 marzo) ha ordinato la prosecuzione dell’attività produttiva per 3500 lavoratori diretti e 2000 dell’appalto, per la sola attività di mantenimento e salvaguardia degli impianti e sicurezza, mentre resta sospesa fino al 3 aprile l’attività produttiva a fini commerciali, impedendo ad Arcelor di “poter aumentare la forza lavoro all’interno dello stabilimento, proprio al fine di limitare il rischio di contagio”. Lunedì 30 marzo si svolgeranno le consultazioni con le organizzazioni sindacali per 3 giorni, anche se l’Azienda sembrerebbe essere ferma sulla decisione intrapresa.
Nella giornata di ieri, poi, i legali di Mittal – Francesco Gianni, Antonio Lirosi, Elisabetta Gardini e Valeria Pellegrino – hanno depositato un ricorso di 38 pagine al Tar di Lecce all’ordinanza emessa dal sindaco Rinaldo Melucci in data 27 febbraio (per principio di precauzione ”di eliminazione del rischio e, in via conseguente, di sospensione delle attività per ArcelorMittal), in cui si intimava ArcelorMittal e Ilva in As di individuare gli impianti interessati dai fenomeni emissivi “eliminando gli eventuali elementi di criticità e le relative anomalie entro 30 giorni contro il Sindaco di Taranto, il Comune di Taranto, Arpa Puglia, la Prefettura di Taranto e il Ministero dell’Ambiente. Ricorso a cui il primo cittadino di Taranto ha risposto attraverso un video mantenendo una linea ferma rispetto alle decisioni intraprese dall’amministrazione comunale e chiedendo ai vertici aziendali di fornire risposte concrete ai cittadini.