“Ci accodiamo a quello che potrebbe essere definito un comune sentire: ad oggi, data l’emergenza sanitaria che tutti a più livelli siamo chiamati ad affrontare, la produzione dello stabilimento siderurgico di Taranto non rappresenta un bene necessario ai fini della sopravvivenza del Paese”. Lo scrivono in una lettera rivolta al Prefetto di Taranto i deputati tarantini del Movimento 5 Stelle, Vianello, De Giorgi e Cassese. “Pertanto crediamo che la proposta delle sigle sindacali metalmeccaniche, riguardo la possibilità che la fabbrica di Taranto entri in regime di comandata, quindi passando al minimo tecnico anche a livello di personale, sia un provvedimento necessario affinché venga scongiurata la condizione di ‘pregiudizio di impianti e di pericolo di incidenti’ prevista nel DPCM del 22 marzo scorso, e al contempo possa permettere la riduzione di possibilità del contagio tra i lavoratori, le rispettive famiglie e comunità dislocate in due regioni”, continuano. “Sebbene sia diminuita la forza lavoro a seguito dei confronti con i sindacati nelle scorse settimane, la stessa forza lavoro attualmente impiegata in fabbrica è ancora composta da diverse migliaia di lavoratori. Oltre a tale circostanza che secondo i parlamentari rappresenta appunto un potenziale rischio di contagio da COVID-19, gli stessi scrivono: “Ci allarma anche la notizia appresa da organi di stampa di un sopralluogo del custode giudiziario che venerdì scorso ha denunciato ‘l’assenza dei dispositivi di protezione individuale (mascherine e filtri)’. Abbiamo anche appreso che presso lo stabilimento di Taranto sono in fase di installazione i cosiddetti ‘termoscanner’ per la misurazione della temperatura corporea di tutti i dipendenti, tuttavia la suddetta strumentazione non può rilevare i soggetti asintomatici”. “Tutti stiamo reagendo all’emergenza, contribuendo ognuno nei suoi ruoli al miglioramento dell’attuale momento, cercando anche di ascoltare e accogliere le istanze della comunità”, concludono rivolgendosi sempre al Prefetto: “La sua volontà di confronto con le sigle sindacali è più che apprezzabile e proficua anche ai fini del compito a cui in particolare i Prefetti sono chiamati a rispondere e rispettare in base ai contenuti dell’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio”.