“Il pensiero di ciascuno di noi è rivolto sempre di più alla lettura dei dati che giornalmente vengono forniti dalla Protezione Civile e, per quanto ci riguarda, dalla Regione Puglia. La speranza è sempre quella di constatare che la curva dei contagi si è fermata nelle regioni del centro-nord e non è salita in quelle del centro-sud.
Nel frattempo, per il ruolo che mi compete, sono in stretto contatto con il Dipartimento della Salute della Regione per verificare lo stato di attuazione della risposta che la sanità pubblica sta dando ai bisogni di posti-letto “covid 19”.
E’ inutile farsi illusioni: non esiste la bacchetta magica per sopperire a carenze strutturali e quindi si combatte quotidianamente una lotta contro il tempo. Le risposte stanno arrivando, in ogni provincia della Puglia, ma è evidente che la cosa più importante è che funzioni nel suo complesso il sistema regionale, in maniera tale che si possa far fronte ad eventuali aumenti esponenziali dei ricoveri di pazienti “positivi” al virus. In questo, non si può non ringraziare infinitamente il personale sanitario che sta dando vita a prestazioni eroiche di cui nessuno non potrà tenerne conto ad emergenza terminata.
Certo, il problema non sta solo nella risposta ai bisogni ospedalieri. Ho letto con attenzione anche gli appelli che arrivano da più parti, l’ultimo dei quali dai titolari di Rsa. All’interno di quelle strutture opera personale qualificato e pronto al sacrificio pur di non far mancare la massima assistenza agli anziani-ospiti. Ed è apprezzabile il grande sforzo che compiono anche i titolari di tali strutture, soprattutto in presenza di una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo.
Temo, però, che gli appelli lanciati in questo momento non possano sortire alcun effetto immediato. La cronica carenza di dispositivi sanitari, ad esempio, è ben nota a tutti – a cominciare da chi dirige il Dipartimento – ma è evidente che le difficoltà di approvvigionamento non sono state superate, nonostante i numeri “milionari” di disponibilità annunciati da qualche ministro.
Adesso, però, non è il tempo delle polemiche. Stringiamoci in un abbraccio virtuale e lavoriamo perché questo incubo finisca quanto prima. Facciamolo prendendo come modello le famiglie, il più grande presidio assistenziale e di sostegno morale di ciascun essere umano. Sono proprio le famiglie che in questo momento hanno permesso che il sistema sanitario delle regioni più colpite non scoppiasse, fornendo ogni sostegno agli ammalati (la metà dei contagiati) che vengono curati in casa e facendosi carico totalmente delle disabilità dopo la chiusura dei centri diurni. Una ricchezza infinita di cui nessuno potrà privarci”.