L’inverno caldo fa piangere l’agricoltura ionica, le colture sono a rischio e le aziende agricole e quelle zootecniche sono costrette a sobbarcarsi spese aggiuntive per sopperire alla scarsità d’acqua. La rottura di una tubatura del Consorzio di bonifica Terre d’Apulia non fa arrivare acqua in agro di Mottola e qui, come nel resto della provincia ionica, il perdurare della siccità rende sempre più necessaria l’anticipazione dell’irrigazione di soccorso.
A denunciarlo è Coldiretti Taranto. La causa è da ricercare nella stagione che ha registrato una temperatura fino ad ora superiore di 1,65 gradi rispetto alla media storica secondo le elaborazioni su dati Isac Cnr relativi al mesi di dicembre e gennaio. Così, la mancanza di pioggia e le alte temperature hanno provocato un’anticipazione delle fioriture, i seminativi non nascono o, per la scarsa umidità, non crescono.
“A Taranto e provincia siamo nel pieno della campagna di raccolta delle primizie come fave, piselli – dice il presidente di Coldiretti Taranto Alfonso Cavallo – oltre che di insalate, cime di rape e finocchi. Bisogna dare acqua alle albicocche che per le temperature anomale di quest’inverno sono già a gemma gonfia. Per le orticole e gli alberi da frutta, poi, abbiamo bisogno dell’irrigazione di soccorso, perché senza piogge le colture in campo rischiano di seccare”.
Quindi, se in provincia di Bari sono chiusi i pozzi per mancanza operai Arif, in terra ionica sono a rischio le primizie per la mancanza di acqua, perché non solo le riserve idriche continuano a scendere, ma “la sostanziale assenza di piogge è aggravata – denuncia Coldiretti Taranto – dalle reti colabrodo che fanno perdere acqua, un bene prezioso ma non inesauribile”.
Complessivamente, le aree pugliesi esposte al rischio desertificazione sono pari al 57%, sebbene gli agricoltori stiano facendo la loro parte impegnandosi a fondo non solo per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche in termini di ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico.
Ma non basta. “In passato – denuncia Cavallo – è mancata una programmazione seria su un bene indispensabile per poter fare agricoltura: l’acqua. E questo ha penalizzato il settore. Ora più che mai – denuncia il presidente Coldiretti Taranto – servono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque, campagne di informazione ed educazione sull’uso corretto dell’acqua, ma soprattutto un piano infrastrutturale per la creazione di invasi in grado di raccogliere tutta l’acqua piovana che va perduta e di distribuirla quando scarseggia come in questo periodo”.