La Quaresima comincia in questi giorni con scenari inediti per il nostro Paese e per tanti paesi del mondo. Stiamo vivendo un’emergenza sanitaria che desta molte preoccupazioni. Ci capita di scoprirci improvvisamente, fragili, vulnerabili e disorientati. D’un tratto abbiamo bruscamente riscoperto quanto siano importanti i luoghi di socializzazione, di istruzione, di quanto fondamentali siano le chiese quali oasi di pace e di preghiera. Penso ai fratelli di alcune regioni del Nord Italia, che si sono ritrovati nell’impossibilità di frequentare la messa, di celebrare il sacramento del matrimonio o le esequie o di portare i propri figli in oratorio. La comunità cristiana, che nel periodo quaresimale ricalca l’immagine del popolo d’Israele nell’esodo verso la terra promessa, deve trainare tutti nella direzione della comunione, della fiducia in Dio, della solidarietà. La fede è nella sua natura opposta al panico e alla paura e vive la profonda fiducia nel Dio che salva, non fugge via dalla realtà ma trasforma ogni prova, anche la più dura, in occasione di salvezza.
La nostra Arcidiocesi si adeguerà con grande rispetto ad ogni indicazione che verrà dalle autorità competenti. Ad oggi mi sento solo di raccomandare tutto ciò che attiene al buon senso, bandendo ogni forma estremista dettata dalla disinformazione, soprattutto quando certi comportamenti sono causa di allarmismo, di offesa e peggio ancora di razzismo.
Consiglio ai parroci di lasciare vuote le acquasantiere, di invitare i fedeli a scambiarsi il gesto di pace evitando il contatto fisico e che la Comunione sia distribuita sulle mani.
In comunione con i nostri fratelli e sorelle che vivono la malattia o l’isolamento il nostro primo compito è quello di pregare.
Raccomando perciò la preghiera del Rosario, in famiglia e nelle nostre parrocchie, con l’intenzione per i contagiati, per le persone che vivono i disagi correlati, per le istituzioni, per i medici, per gli operatori sanitari e per gli scienziati ricercatori.
Rechiamoci tutti, anche se solo spiritualmente, con la preghiera, nel nostro santuario diocesano di Taranto vecchia, dove veneriamo l’icona di Maria Salute degli infermi, la Madonna della Salute. In questo momento particolare abbiamo bisogno di ricorrere alla sua intercessione. A lei affidiamo ogni nostra necessità, a lei affidiamo questo tempo santo. Raccomando a tutti, insieme al santo Rosario, la preghiera della Madonna della Salute.