Le dimissioni in bianco, il sotto salario a parità di mansioni, l’assoluta mancanza di rispetto per la correlazione tra tempi di vita, ruolo genitoriale e tempi di lavoro. Sono alcuni dei temi che ancora oggi tengono sotto scacco le donne lavoratrici del Sud. La conferma arriva anche dalla recente ricerca sugli indici BES nella provincia di Taranto, che fotografa una condizione di sottosviluppo in special modo per le quote rosa.
A questo si aggiungono situazione che hanno dell’incredibile e che la Funzione Pubblica CGIL di Taranto arriva a denunciare attraverso i media. Dopo tre anni di lavoro all’interno di una cooperativa sociale dell’ambito di Manduria, una lavoratrice di 31 anni al quinto mese di gravidanza è stata licenziata.
Il pretesto è stato offerto dal cambio d’appalto per il servizio di assistenza alla persona svolto dalla cooperativa in questione per anziani o ammalati del territorio.
Abbiamo assistito alla scadenza d’appalto dello scorso 31 gennaio e ad una nuova gara per il proseguimento del servizio – afferma Tiziana Ronsisvalle della FP CGIL di Taranto – La formula utilizzata è stata quella dell’affidamento temporaneo per un periodo transitorio che oggi lascia un fronte aperto sulla corretta applicazione della clausola sociale. Nelle more la cooperativa sociale uscente decide il licenziamento per una donna in gravidanza in spregio alle più elementari regole sul diritto alla maternità, ai principi della costituzione e del testo unico, e al diritto alla conservazione del posto di lavoro.
Il confronto con i sindacati nell’ambito sociale di zona di Manduria tornerà a formalizzarsi il prossimo 18 febbraio.
Speriamo che per quella data – conclude la Ronsisvalle – il buon senso, le buone pratiche e il diritto possano tornare a riaffacciarsi a quel tavolo.