Abbiamo appena gioito per la vittoria di un tarantino a Sanremo che, almeno sulla musica, è riuscito a mettere insieme i tarantini. Non abbiamo fatto nemmeno in tempo ad alzare la testa che nel frattempo, qualcuno, ha deciso di sversare del gasolio in mare. Nel nostro mare.
È uno scenario pauroso quello filmato da Luciano Manna. In questo momento, dal ponte di pietra, gli idrocarburi sversati presumibilmente ieri pomeriggio in Mar Grande, stanno facendo ingresso nel primo seno del Mar Piccolo, a ridosso di hotel, ristoranti e punti dediti all’allevamento dei mitili, le cozze. Il nostro vero brand, il futuro, l’economia sulla quale Taranto non potrà puntare perché condannata a subire le angherie di quanti, impunemente nelle nostre acque, sulle nostre terre e sulle nostre vite continuano a fare i loro porci comodi.
«Trovate il responsabile di questo scempio perché dovrà risarcire i mitilicoltori per il danno arrecato loro». È quanto chiede Manna in una diretta Facebook. E chi li risarcirà mai questi mitilicoltori? E chi risarcirà mai le nostre menti e i nostri animi costretti ad assistere a questo obbrobrioso spettacolo?
Sono immagini orribili: litri e litri di gasolio, stando a quanto con certezza afferma Manna e, da quanto raccontano, la puzza sul posto è insopportabile. Puzza che si riesce ad immaginare anche solo guardando il video: è quella del menefreghismo, il primo vero agente inquinante della nostra città.
La domanda è: chi ha sversato questo materiale nel nostro mare e perché? Sarà individuato e punito il responsabile? Chi scrive sa benissimo quanto le domande poste siano inutili e banali difronte all’impunità dilagante a Taranto in materia ambientale; difronte alle promesse non mantenute; difronte a “giù le mani dal nostro mare” diventati chiarissimi “fanculo il mare, giù le mani dalle poltrone”.
Continuiamo ad essere la pattumiera di chiunque decida di sversare veleni sulla nostra città, in un imbarazzante silenzio prezzolato che, per fortuna, almeno a noi non appartiene.