Continuo a prendere atto si posizioni differenti sul Parco Regionale del Mar Piccolo. Come sempre ho rispetto per tutti. Non sono abituato ad inseguire polemiche, alcune delle quali artificiose e create a comando, né terrorismi fatti di supposizione e di “sentito dire”.
Prendo atto che il sindaco della città capoluogo ha cambiato posizione ed ora é contrario. Tutto è legittimo. Io non sono il sindaco, sono stato eletto in Regione per legiferare e, dopo due anni di confronti e di condivisione con il dipartimento di Geologia dell’Università di Bari, il Cnr, ordini professionali, associazioni economiche e con lo stesso Comune, ho presentato la proposta di legge per l’istituzione regionale del Mar Piccolo che è stata approvata all’unanimità.
Gli uffici della Regione, a partire dall’approvazione della legge, hanno avviato la Conferenza di Servizi finalizzata al confronto con la comunità locale. Questo confronto ha l’obiettivo di condividere la perimetrazione e le modalità di svolgimento della vita del Parco (ivi compresi eventuali vincoli) e di individuare l’ente gestore, che non può che essere il Comune di Taranto tramite le persone che riterrà più adeguate.
È disinformazione, spesso fatta ad arte, raccontare di perimetrazione non condivisa e di vincoli penalizzanti, per il semplice motivo che l’una e gli altri sono soggetti al confronto nella conferenza di servizi. Oltre 13.500 persone, in poco più di una settimana, hanno sottoscritto una petizione finalizzata alla creazione del Parco e per quanto mi compete io continuerò ad essere a disposizione di chi, con onestà intellettuale, vorrà confrontarsi, comprendere, mediare. Nessuna stima invece per quelli che, come spesso capita in questa città, parlano per sentito dire, a comando, o peggio ancora non sono in buona fede. Agli uffici della Regione, nel rispetto della legge, spetterà decidere i tempi e le modalità di realizzazione del Parco, al Consiglio Regionale tutto la definitiva istituzione.
Noi andiamo avanti perchè crediamo: 1) che il Parco Regionale sia utile a dare il segnale di un’altra città diversa da quella dove tutti ci si ammala e si muore; 2) che le bellezze naturali del Mar Piccolo vadano tutelate e trasmesse alle prossime generazioni; 3) che lo stesso Parco, con gli eventuali brand e marchi, possa rappresentare un’opportunità economica per i prodotti agricoli e del mare.