«I fatti ci danno ragione». È l’amara considerazione del segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto Brindisi, Biagio Prisciano, dopo il guasto verificatosi all’alba di questa mattina all’Acciaieria 2.
«Non sono trascorse nemmeno 48 ore dall’incontro consumato nello stabilimento di Taranto dalle organizzazioni sindacali con i vertici di ArcelorMittal, sulla decisione di fermare Acciaieria 1 e marciare a pieno regime con l’Acciaieria 2, ed ecco emergere le prime criticità. Lunedì scorso nel corso dell’incontro – aggiunge Prisciano – avevamo esposto le nostre perplessità sul nuovo assetto di marcia, evidenziando che quella esposta dall’azienda non poteva rappresentare la strada giusta. Una decisione aziendale che abbiamo rigettato e definito inaccettabile, sia per i problemi che potevano verificarsi in termini di sicurezza ed ambientali, sia per l’impatto occupazionale che di fatto determina la collocazione in Cigo di 250 lavoratori».
E stamattina gli impianti dell’Acciaieria 2 hanno messo in mostra le criticità. Problematiche più volte rese pubbliche dalla Fim Cisl. «Da tempo – rileva Prisciano – dichiariamo che gli impianti all’interno dello stabilimento necessitano di manutenzioni ordinarie e straordinarie. Così come diciamo che l’azienda deve programmare in maniera capillare, con interventi specifici. I fatti, ancora una volta, ci danno ragione. Basti pensare a quanto avvenuto oggi nella stessa Acciaieria 2, dove si è verificato un problema al convertitore n.1 con il cedimento del cono all’impianto trattamento gas, “IDF”».
La Fim Cisl ribadisce la propria contrarietà alla decisione aziendale, in quanto «ad oggi – aggiunge Biagio Prisciano – tra l’altro, non siamo in presenza di un piano industriale condiviso con le organizzazioni sindacali ed il governo; il futuro, quindi, rimane nell’accordo sindacale del 6 settembre 2018, che rappresenta l’unica strada certa per coniugare temi fondamentali come Ambiente, Salute e Occupazione. I problemi non si risolvono con i soli annunci e collocando i lavoratori in Cigo, scaricando sulle loro spalle i cambi di strategia che la multinazionale adotta.
ArcelorMittal – conclude il segretario della Fim Cisl – deve necessariamente fare un passo indietro rispetto alla decisione assunta».