La premessa é d’obbligo: che queste primarie fossero una cosa totalmente inutile e dall’esito scontato (anche a motivo della presenza di più candidati alternativi a Michele Emiliano) era evidente a tutti sin dall’inizio. Che Michele Emiliano le abbia, come da pronostico, stravinte è altrettanto evidente e quindi complimenti a lui.
Fatta la premessa però alcune considerazioni vanno fatte:
1) Hanno ancora senso le primarie? Rappresentano ancora un esercizio di democrazia e di partecipazione o sono diventate mero esercizio di potere da parte di politici schierati a sostegno dell’uno o dell’altro candidato?
2) I numeri farebbero pensare ad un evidente rallentamento della partecipazione e ad uno sfoggio di esercizio di relazione da parte di compagni di strada o di luogotenenti dei politici candidati.
3) I votanti alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato alla presidenza della Regione tra Vendola e Boccia nel 2010 sono stati 200.000; nel 2015 tra Emiliano, Minervini e Stefàno 134.000; questa volta 80.000. In 10 anni c’è stato un calo di votanti di 120.000 persone, in percentuale del 120 per cento.
4) Facendo un raffronto tra i votanti alle primarie del centrosinistra e i votanti alle elezioni “vere” è possibile notare che nel 2010 i votanti alle primarie (200.000) rappresentarono circa il 19,29 % (valore assoluto dei votanti la coalizione di centrosinistra 1.036.638). Nelle primarie del 2015 i votanti furono 134.000 (elezioni votanti per centrosinistra 793.831 con percentuale circa del 17 per cento); primarie anno 2020 votanti 80.000. Se la percentuale rimane intorno al 20%, gli elettori per il centrosinistra saranno circa 400.000 a fronte di 4.000.000 circa di aventi diritto al voto. Questi numeri potranno essere sufficienti a far rivincere Emiliano? Non si può dire: dipende da quante persone andranno complessivamente a votare, da chi sarà il candidato del centrodestra.
Auguri ad Emiliano per questa vittoria, però, spero di sbagliarmi, non sono certo che ci sia molto da festeggiare.