“L’agricoltura ionica, per le eccellenze produttive che esprime, è una valida risorsa di crescita e di sviluppo per l’intero territorio ionico, sia in termini occupazionali, sociali, ambientali che economici. Non a caso il mondo agricolo nel tarantino esprime quasi tre milioni di giornate lavorative l’anno con quasi 36mila operatori impiegati nel settore”.
Così, Alfonso Cavallo, presidente Coldiretti Taranto, ha voluto rimarcare il ruolo del settore agricolo nel contesto produttivo ionico, tracciando un bilancio dell’annata trascorsa. Le criticità non sono mancate, prima, fra tutte, la Xylella. Oggi esiste un decreto ministeriale non ancora attuativo con lo stanziamento di 300milioni di euro che dovrebbero dare una boccata di ossigeno a chi da anni non raccoglie più e ai frantoi che sono in crisi. Ma non bastano. “Servono – ha rimarcato Cavallo – risorse copiose e, soprattutto, una programmazione nuova, una progettualità seria per un rinnovamento e una diversificazione dell’assetto produttivo di quei terreni attraverso l’impiego di varietà olivicole resistenti al batterio o attraverso nuove colture”.
In questi territori iniziare a reinvestire non è facile: c’è il problema della frammentazione delle aziende e la criticità dell’acqua. “In passato – ha chiosato Cavallo – è mancata una programmazione seria su un bene indispensabile per poter fare agricoltura: l’acqua”.
Altra criticità per la filiera dell’olio: l’estremizzazione dei fenomeni climatici (gelo, trombe d’aria, tassi di umidità molto alti) e le importazioni selvagge da altri paesi, che inflazionano in maniera negativa il mercato. Anche quest’anno il prezzo dell’olio è ai minimi storici, ben al di sotto dei costi di produzione. Per fortuna, a dare valore aggiunto al prodotto è arrivato il marchio Igp Olio di Puglia.
Anche il settore agrumicolo ionico continua ad essere minacciato dall’arrivo di prodotto estero: “Serve – ha detto Aldo Raffaele De Sario, direttore Coldiretti Taranto – una stretta sui controlli degli agrumi importati e l’avvio di controlli a tappeto anche nei mercati generali per assicurarsi che sulle etichette sia indicata chiaramente l’origine del prodotto. Si sta lavorando anche per stringere accordi con la Grande Distribuzione Organizzata per la commercializzazione e si sta dando il via ai contratti di filiera per salvaguardare e valorizzare il prodotto e non solo quello agrumicolo”.
Non a caso, se oggi il prezzo del latte è più stabile lo si deve anche all’accordo di filiera fatto tra Coldiretti e la cooperativa “Latte Munto in Puglia” e Delizia spa, che, come spiega Francesco D’Onghia, vicepresidente Coldiretti Taranto “ha garantito trasparenza e stabilità dei prezzi, valorizzando la qualità e la sostenibilità del prodotto”.
L’auspicio per il 2020 di Coldiretti Taranto è che ci sia uno snellimento della burocrazia, che ruba 120 giorni all’anno al lavoro nelle aziende agricole e che vengano messe in campo azioni in grado di tutelare le nostre produzioni dalla concorrenza sleale dei mercati esteri. Di qui, la necessità di muoversi sempre più verso gli accordi di filiera anche per altre produzioni: l’obiettivo è quello di garantire la valorizzazione del prodotto attribuendogli un prezzo equo e responsabile ed evitando che sottostia ancora alle logiche speculative dei mercati.