C’è troppo poco ancora nel memorandum tra Governo e ArcelorMittal per poter esprimere giudizi compiuti, c’è persino troppa confusione e mancanza di coperture nella bozza circolata del DL Taranto, non una traccia sulla valutazione del danno sanitario. Bene che riparta concretamente un negoziato, ma tutte le parti sanno ormai che pastrocchi non sono tollerabili, accordi al ribasso vedranno una reazione convinta dell’intera comunità ionica. Tanti spunti sembrano interessanti, ma non vediamo ancora Taranto al centro di tutto, e Taranto non coincide con l’ex Ilva, al di là di quello che possano raccontare i numeri intorno agli esuberi dello stabilimento siderurgico.
Certo, se non fosse intervenuta l’azione della magistratura oggi forse staremmo già discutendo di una catastrofe sociale, economica ed ambientale. Continuiamo a porre la questione di una partecipazione pubblica alla newco e anche di soggetti industriali più in grado di sposare le nuove tecnologie per Taranto. Almeno sull’avvio da Taranto del green new deal e sulle misure in discussione in queste ore a Bruxelles, mi sembra che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte stia mantenendo fede ai suoi impegni con la città.
Faremo tutto quello che è in nostro potere perché Taranto resti al centro dei progetti, insieme ai tarantini. Abbiamo tutti le risorse umane, intellettuali, professionali per rendere decisivo il processo di rinascita della città. È arrivato il momento di diventare protagonisti di uno sviluppo che si è sempre rivelato un fallimento quando è stato immaginato altrove e calato dall’alto come un corpo estraneo.
Da decenni abbiamo assistito ad accordi al ribasso, oggi tutti gli attori in campo hanno ben chiaro che quel tempo è finito.
Il sindaco
Rinaldo Melucci