In queste ore sono riprese all’interno dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto le operazioni di montaggio di alcune grate in ferro, presso le finestre della palazzina direzione. Lavori iniziati qualche settimana fa e che finora avevano riguardato soltanto il perimetro esterno della “regia” del management ArcelorMittal.
Pensavamo che si trattasse di un’operazione finalizzata a garantire l’incolumità di chi lavora all’interno, nonché salvaguardare gli uffici da eventuali azioni criminose da parte di qualche sconsiderato.
Abbiamo detto, in quella circostanza che prevenire non guasta. Anche se, la storia ci dice che mai nessun atto vandalico e furto di rilevante entità è mai stato commesso nei confronti sia dell’immobile sia delle gestioni della fabbrica. Aumentare il livello di protezione ci può stare, nonostante ArcelorMittal ancora non sia proprietario della fabbrica. Si tratta di lavori migliorativi su un immobile di proprietà di Ilva in Amministrazione straordinaria? Tutto normale? Se è per una questione di sicurezza, forse, ci può stare.
Oggi, però, scopriamo che l’azienda intende proteggersi anche dai suoi dipendenti, blindando con inferriate le finestre della direzione che si affacciano all’interno. La storica struttura lineare, ampia e libera, in poche settimane assume le sembianze di un carcere o aula bunker di un tribunale, così violando verosimilmente le più elementari norme di sicurezza, poiché priva di adeguate e idonee vie di fuga in caso di emergenza.
Ci chiediamo: Perché tutto questo? Quesito che giriamo al gruppo ArcelorMittal, molto attento al dettaglio per la sicurezza del suo management e un po’ distratto sulla messa in sicurezza degli impianti e la salvaguardia della tenuta occupazionale.
La curiosità è forte. Da parte di ArcelorMittal ci dobbiamo aspettare dei provvedimenti catastrofici, tali da scatenare una rivolta di massa? Governo, ArcelorMittal, Ilva in As, dateci spiegazioni.
Taranto, 19 dicembre 2019