“Prima il 5 dicembre, ora il 20. ArcelorMittal ha solamente rinviato i tempi di spegnimento degli impianti dell’ex Ilva e non ha ancora ritirato la procedura di recesso dal contratto. Nessuna trattativa si può avviare sotto ricatto. È una scelta errata legare il destino occupazionale di migliaia di lavoratori, le sorti ambientali di un’intera comunità e quelle dell’economia italiana al rinvio dei processi e ai tempi della giustizia, che deve in qualsiasi caso continuare a fare il suo corso. Dopo l’incontro di venerdì scorso tra il Presidente del Consiglio Conte e i vertici di ArcelorMittal, si susseguono ipotesi di accordo per risolvere la situazione dell’ex Ilva da realizzare entro Natale. Si continua a parlare di assetti societari diversi, anche con la previsione del coinvolgimento dello Stato, con migliaia di esuberi da trasferire all’Amministrazione straordinaria, bassi livelli produttivi e ipotetici processi di innovazione tecnologica e di decarbonizzazione. Non è più rinviabile un incontro con il Governo per conoscere gli ultimi sviluppi e i prossimi passi che l’Esecutivo intende adottare. Ogni giorno che passa si sottrae del tempo a una discussione che sarà complicata e tormentata”. Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, dopo aver appreso del rinvio al 20 dicembre prossimo, deciso dal Tribunale di Milano, riguardo l’udienza del contenzioso tra ArcelorMittal e Ilva Spa.
“Nei fatti – dichiara il leader Uilm – si continua a generare un clima di attesa e di grande preoccupazione tra i lavoratori e i cittadini. Ribadisco ancora una volta che non accetteremo piani o accordi pre determinati. Il nostro comportamento sarà inflessibile. Non ci faremo condizionare dai cambiamenti umorali o da effimeri interessi. Siamo sempre stati rigorosi contro i comportamenti di ArcelorMittal e continueremo a non fare sconti a nessuno”.
“Non saremo complici di un disastro annunciato – conclude – Siamo contrari a un ridimensionamento del piano di risanamento ambientale, a una rinegoziazione dell’accordo del 6 settembre 2018 e a ulteriori drammi occupazionali per i lavoratori di ArcelorMittal, dell’Amministrazione straordinaria e dell’indotto”.