“La Commissione europea non può derubricare a caso nazionale la vicenda dell’ex Ilva. Dopo le minacce di ArcelorMittal, anche il gruppo indiano Tata Steel taglierà 3 mila posti di lavoro in tutta Europa a causa della diminuzione della domanda e dell’aumento dei costi. L’Europa oggi non c’è e noi invece vogliamo che presenti un piano industriale europeo per il settore dell’acciaieria che metta al centro lavoro, salute e clima. O sarà complice di licenziamenti di massa e delitti ambientali”, così in una nota l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Rosa D’Amato, che insieme ai colleghi Ignazio Corrao, Eleonora Evi e Daniela Rondinelli, ha depositato una interrogazione alla Commissione.
“Taranto è il simbolo del fallimento del piano d’azione messo in campo dalla Commissione europea nel 2013 per risollevare il settore. Sono passati 6 anni da allora, ma su scala Ue non si riscontra nessun miglioramento né a livello socio-economico né ambientale. Ecco perché è urgente un cambiamento delle politiche adottate fino a oggi con l’obiettivo di difendere i lavoratori in un nuovo contesto ecosostenibile. Una Commissione Ue che punta al New Green Deal non può accettare che almeno l’area a caldo dell’ex Ilva non sia stata ancora chiusa. Per Taranto, così come per altre aree dell’Europa, occorre mettere da parte l’austerity e scorporare i cofinanziamenti per i progetti green e per la riconversione economica dei territori. Inoltre, nell’interrogazione chiediamo a Bruxelles di finanziare piani di bonifica delle industrie dismesse per ridurre l’impatto ambientale e salvaguardare la salute delle popolazioni esposte attraverso l’annunciato Just Transition Fund”, conclude D’Amato.