Il governo:
1) non può usare la Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per ripianare i debiti e le perdite dell’ILVA perché questo violerebbe lo statuto di CDP;
2) non può concedere in alcun modo concedere AIUTI DI STATO perché ciò è vietato dal TFUE (Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea).
La crisi ILVA è senza sbocco.
L’unico sbocco è aiutare Taranto e i suoi lavoratori, non l’ILVA.
L’unica strada lecita e sensata è la riconversione utilizzando fondi europei.
Proseguire una produzione in perdita sarebbe un atto di stupidità unica. Le perdite degli ultimi 12 mesi ammontano ad oltre 70 mila euro a lavoratore. Tanto vale pagarli senza mandarli a lavorare nell’ILVA ma formarli ad altri lavori e accompagnarli verso una riconversione o un riutilizzo in altri settori delle loro competenze professionali.
Continuare a tentare di salvare l’ILVA – ripianando le sue perdite costanti e insostenibili – significa buttare via il denaro che servirebbe a salvare Taranto e a garantire un futuro agli stessi lavoratori ILVA.
Alessandro Marescotti
Presidente PeaceLink