Riguardo al comunicato di Arcelor Mittal relativo alla fermata degli impianti del siderurgico con lo spegnimento di tutti gli altoforni entro il prossimo 15 gennaio, che può causare la chiusura definitiva dello stabilimento siderurgico di Taranto, interviene Salvatore Fuggiano, componente della direzione nazionale del Movimento IDEA-CAMBIAMO (movimenti presieduti da Gaetano Quagliariello e Giovanni Toti).
L’abbandono di Arcelor-Mittal, dice Fuggiano, determinerà inevitabilmente una grave crisi occupazionale nella provincia di Taranto, e non solo, ma anche il perdurare delle condizioni di inquinamento ambientale (vedi Bagnoli – chiuso nell’ottobre 1989 – dove non sono state ancora avviate neppure le gare d’appalto dei lavori di bonifica).
Nel frattempo, i partiti che sostengono il Governo, mossi soprattutto dalla bramosia di potere, sono divisi su tutto e continuano a litigare, invece di assumere rapide decisioni per la tutela della salute, ma anche della produzione dell’acciaio a Taranto, trattandosi di un’industria fondamentale per l’economia della Provincia di Taranto e dell’Italia intera. Un Governo serio dovrebbe innanzitutto garantire il diritto alla salute dei cittadini e per questo non avrebbe mai dovuto delegare le attività e le opere di salvaguardia ambientale, ma avrebbe dovuto, ed è ancora in tempo, effettuarle direttamente, con spesa a carico dell’azienda che beneficia della produzione. Invece, continua Fuggiano, assistiamo a disarmanti dichiarazioni del Presidente del Consiglio, che non sa che fare, fortemente contrastato da frange di oppositori, sostenitori della decrescita felice, che non favorisce gli investimenti produttivi, semmai inasprisce la già grave crisi dell’industria, ma anche dell’agricoltura, e degli altri settori economici.
Così come è da stigmatizzare l’atteggiamento ondivago del Movimento 5 stelle che, per recuperare voti dopo i tracolli elettorali delle ultime consultazioni, ha voluto a ogni costo l’eliminazione dello scudo penale per Arcelor Mittal. A Taranto i grillini avevano avuto copiosi consensi, ma poi erano spariti dal territorio, salvo poi cercare in extremis di rifarsi una verginità politica e una credibilità ormai compromessa.
Intanto la situazione in terra ionica è sempre più grave, anche perché il governatore Emiliano, nella sua spasmodica ricerca di consenso, è ormai dappertutto e parla e smentisce se stesso. Fino a pochi mesi fa sosteneva la chiusura dell’ex Ilva per sottolineare le promesse non mantenute dai 5 stelle. Ora in una goffa intervista, andata recentemente in onda anche su un’importante rete nazionale, ha negato di aver pronunciato quelle parole, che invece risultano filmate e documentate. Il suo comportamento e le sue parole hanno generato anche il clamoroso equivoco riguardante le intenzioni di Arcelor Mittal di gestire l’impianto di Taranto fino a maggio. La sua frettolosa ed errata deduzione si è trasformata in una notizia che ha fatto il giro del mondo suscitando confusione ulteriore.
Per Fuggiano, Emiliano farebbe bene a dedicarsi meno alla propaganda, in questi ultimi mesi di presidenza, e a pensare di più ai bisogni reali della gente, ed ora agli oltre diecimila lavoratori dell’ex ILVA e agli altri quasi quattromila dipendenti delle imprese che operano nell’indotto
Fatti e non parole vane, caro Presidente: mentre la Puglia va a pezzi nell’industria, nella sanità, nell’agricoltura e nel terziario. Per fortuna, conclude Fuggiano, tra non molto, nella cabina elettorale, i pugliesi e soprattutto i tarantini, avranno l’opportunità di voltare definitivamente pagina e lasciarsi alle spalle i disastri della politica di questi ultimi anni.