A Milano, a margine del convegno sulla trasformazione digitale organizzato dal Corriere Economia il Segretario Generale della Fim Cisl, a richiesta di aggiornamenti sul caso Ilva ha commentato : “Apprendiamo ufficialmente quello che in queste settimane era già noto. E cioè che i partiti di Governo sono tutt’altro che coesi sulla necessità di reinserire lo scudo penale per durata e perimetro del piano ambientale.
Il Presidente del Consiglio aveva detto che c’era “totale coesione” e che il provvedimento era disponibile a momenti.
Questa posizione indebolisce la posizione del Governo. Rende vana qualsiasi richiesta di negoziato. Ad oggi non si sono affacciati nuovi investitori e immaginare un ruolo pubblico, peraltro senza investitori industriali è un film già visto che ha messo in ginocchio il Gruppo Ilva.
Lo scudo penale è stato introdotto per i Commissari, servirà in ogni caso per qualsiasi nuovo gestore. E’ pertanto necessario che il Consiglio dei Ministri di giovedì vari d’urgenza una norma di portata generale che ripari il pasticcio combinato con la soppressione dell’art.14 del decreto “salva imprese”.
Nei negoziati chi cambia le carte in tavola le deve ripristinare se vuole riaprire il confronto. La cessione è stata fatta ad alcune condizioni asseverate dal Min. Luigi Di Maio, ora è il momento di rispettare i patti per chiedere con più forza a Mittal di rispettarli a sua volta. A volte bisogna partire dal rispettare le condizioni “necessarie ma non sufficienti” per arrivare a condividere quelle determinanti.
Per noi vale l’accordo del 6 settembre 2018, che prevedeva un piano ambientale e industriale credibile e senza esuberi e per questo, unitariamente abbiamo mandato la nostra disponibilità a riaprire il confronto ma a sospendere il recesso.
Se è vero che l’azienda era alla ricerca di un alibi, è vero altresì che i partiti di Governo glielo hanno servito su un piatto di argento. E’ loro responsabilità, qualunque sia la decisione di Arcelor Mittal, di ripristinarlo. A giugno Mittal aveva comunicato ufficialmente che senza scudo avrebbe fatto le valigie. Auspichiamo che l’ambiente e l’occupazione e la sovranità industriale del nostro paese siano più importanti degli interessi particolari di cura del proprio collegio elettorale e delle prossime elezioni regionali.
Se gli investitori cinesi hanno scelto ancor prima di pensare a Ilva alla fallita British Steel nonostante i gravi handicap che gli arrecherà la Brexit, significa che la nostra fama di Paese politicamente inaffidabile sta facendo il giro del mondo proprio grazie allo spot negativo che rappresenta la gestione politica della vicenda Ilva. Ci auguriamo che il Presidente del Consiglio a partire dal Cdm di Giovedì recuperi tempo e terreno perduto e ricostruisca le condizioni per riaprire i confronto.
Milano, 12 novembre 2019