A Palazzo Chigi, durante l’incontro di ieri con il premier Giuseppe Conte sulla vertenza ex Ilva, con il supporto di tutti i rappresentanti istituzionali e sindacali presenti ho esposto al Governo due questioni che ritengo fondamentali.
Il sistema delle imprese locali, soprattutto di quelle che operano nell’indotto siderurgico, va tutelato. Anche solo immaginare che il disimpegno di Arcelor Mittal corrisponda alla volatilizzazione dei crediti che vantano i nostri imprenditori, infatti, sarebbe una catastrofe. Se dovesse accadere, le nostre aziende non avrebbero nemmeno le risorse per traguardare questo momento di incertezza. Perché non dobbiamo dimenticarlo: gli imprenditori dell’indotto sono già creditori delle precedenti gestioni. Per questo ho chiesto al Governo di non sottovalutare la questione, dicendogli di poter contare su tutto il supporto che gli enti locali sarebbero capaci di dare.
Qualunque sia il destino del siderurgico, poi, va salvaguardata la prospettiva di sviluppo del territorio con un piano economico che possa essere alternativo o complementare, vanno preservati i lavoratori che non meritano di subire le incertezze di un mercato sempre meno etico, va protetto il diritto dei cittadini a vivere in un territorio salubre, dove la sostenibilità sia un presupposto e non l’obiettivo da raggiungere.
Per fare tutto questo è necessario esprimere una sola voce, la voce del “sistema Italia”, che assommi in sé le istanze di tutti i livelli: statale, locale, politico, amministrativo, sindacale, economico, imprenditoriale. Andare in ordine sparso non ci porterebbe da nessuna parte e farebbe il gioco di chi, invece, spariglia per cogliere più opportunità.
Lo sapete, a me piace l’idea del “patto”: è forse arrivato il momento di stringerne uno ancora più solido, inattaccabile, a tutela della dignità di una popolazione non più disposta a chinare il capo!
AVV. Giovanni Gugliotti
Presidente della Provincia di Taranto