E così, mentre a Roma si contratta sulla pelle dei tarantini, per le strade della nostra città all’improvviso si respira speranza, la gioia di una possibilità, di un futuro diverso. Corrono le voci sulla parola FINE, una fine ingloriosa per tanti, per chi l’ha voluta aperta a tutti i costi perché una fucina di voti, per chi, grazie a falsa propaganda ha raggiunto l’ambita poltrona per poi voltarci le spalle e perdere la faccia, per chi “esiste perché esiste l’inquinamento di cui parlare”.
La lotta che da più di dieci anni, Taranto L.I.D.E.R. combatte culturalmente insieme ad altre realtà associative per la salute dei tarantini, per la liberazione del territorio e la sua riconversione potrebbe finalmente essere arrivata ad un punto cruciale se solo non si cedesse al ricatto occupazionale per l’ennesima volta, se solo non ci si nascondesse dietro il Pil di una nazione.
Il settore dell’acciaio è in crisi in tutta Europa, il denaro pubblico, il nostro denaro non va più utilizzato per mantenere uno stabilimento fatiscente, pericoloso per chi ci lavora e per chi respira i fumi della sua produzione. Il nostro denaro va utilizzato per bonificare e riconvertire un territorio finora martoriato, a cui è stato impedito lo sviluppo delle sue vere vocazioni, in cui si è minata la salute e perfino la genetica dei suoi abitanti.
Esistono studi che dimostrano con dati concreti che un nuovo percorso sociale ed economico è possibile, che sostenibilità e investimenti nella riconversione sono ormai un’urgenza e una priorità.
Questa transizione non solo è possibile, ma doverosa e fondamentale per la nostra città.
Comitato TARANTO LIDER