“L’annuncio di recesso da parte di Arcelor Mittal ha generato il panico, alla luce delle conseguenze che produrrebbe sul piano occupazionale e sociale, non solo a Taranto ma anche e soprattutto nel territorio provinciale (per rimanere alla sola Puglia). E lo ritengo sbagliato nei tempi e nei modi, perché il ricatto ‘occupazione’ senza alcuna tutela e garanzia per la ‘salute’, è già costato un lunghissimo, terribile elenco di morti e malati, oltre a un ambiente devastato per decenni; e non è possibile né ignorarlo né dimenticarlo.
Per questo, ritengo che mai come adesso sia necessario che il nuovo Governo targato Movimento 5 Stelle- Pd e Arcelor Mittal si confrontino non in una sorta di sfida contrapposta, in un tiro alla fune pericoloso per l’economia e l’industria siderurgica italiana ed europea, ma alla ricerca di un necessario e doveroso punto di equilibrio tra due esigenze, quella del mantenimento dei livelli occupazionali e quella di uno stabilimento all’avanguardia anche per la tutela dell’ambiente, che non possono continuare ad essere contrapposte, ma devono convergere. Nel rispetto delle normative vigenti, in un quadro di collaborazione costruttiva, nell’esclusivo interesse di una città fin troppo mortificata, e che da troppo tempo attende un piano industriale finalmente all’altezza delle aspettative e delle esigenze sia dei lavoratori dell’Ilva, che dei cittadini tutti”.