Questo si chiama disastro ambientale. Mentre il Sindaco impegna il suo tempo a definire i consiglieri di minoranza “mediocri” e “bestie” succede questo nei mari di Taranto.
Solo pochi giorni fa eravamo in mare a rendere noto il problema, con tanto di denuncia alla Capitaneria di Porto.
Oggi 30 ottobre, ma ogni giorno indiscriminatamente
si continua ad inquinare nel silenzio più totale di una classe dirigente capace solo di fare proclami e decantare risultati mai raggiunti.
Capitale di mare, ma un mare sempre più pieno di minerale, un mare abbandonato a se stesso in perfetta continuità con la città.
Il Sindaco si è definito più volte uomo di mare, ma quali azioni ha intrapreso per difenderlo?
Non si può continuare a commettere atti “criminali” che danneggiano una delle maggiori risorse della nostra amata città.
Si fa un gran parlare di garantire a Taranto uno sviluppo diverso dalla grande industria, parole al vento mai seguite da fatti concreti.
Attendiamo con ansia che gli enti preposti intervengano per fermare un crimine simile.
La città dei proclami, la città del minerale, la città delle chiacchiere.
Taranto dorme, Taranto muore.