“Un anno fa, una devastante tromba d’aria ha colpito Manduria e provocato ingenti danni. E per essermi prontamente attivato prima con l’amministrazione comunale e poi con il Governo regionale, per procedere alla stima dei danni e mettere in moto tutto l’iter necessario per il riconoscimento dello stato di calamità e ottenere le risorse necessarie per il ritorno alla normalità, mi ritrovo mio malgrado coinvolto in una polemica ingenerosa, che richiede doverose precisazioni.
La prima: In occasione della seduta dedicata al Bilancio di previsione 2019, avevo presentato un emendamento con la richiesta di 300mila euro per Manduria. L’avevo poi ritirata perché avevo avuto pubbliche rassicurazioni dall’assessore alle Infrastrutture Giovanni Giannini sulla volontà dell’esecutivo di reperire le risorse. Nel luglio scorso, la giunta ha stanziato 90.786,39 euro (la relativa delibera è stata pubblicata nel Bollettino Ufficiale Regione n. 89 del successivo 6 agosto) per i lavori di ripristino di impianti di pubblica illuminazione e della viabilità comunale, in base alla richiesta pervenuta a giugno all’assessorato ai Lavori Pubblici della Regione e inoltrata dall’Area Tecnica del Settore Lavori Pubblici del Comune di Manduria. Una richiesta sorprendente – alla luce dei danni registrati e delle stime ufficiose, ben più alte dell’importo poi richiesto -, corredata da appena tre fatture dall’importo corrispondente a quello poi stanziato dall’esecutivo regionale, vincolato a quella cifra senza alcuna possibilità di erogare un importo superiore a quello richiesto dal Comune di Manduria.
La seconda: Se le risorse regionali – ripeto, le risorse espressamente richieste dal Comune di Manduria – non sono ancora arrivate, è perché ad oggi ancora mancano le quietanze delle fatture riconosciute, e gli uffici regionali non possono così liquidare la somma di 90.786,39 euro deliberata.
La terza: ad oggi, ancora l’amministrazione comunale di Manduria non ha completato l’iter per la bonifica e la messa in sicurezza dell’area in cui insiste l’ex discarica Li Cicci, ed è a rischio un finanziamento da un milione e 300mila euro già erogato.
La quarta: in più occasioni mi sono personalmente recato negli uffici comunali, sempre a Manduria, per informare e invitare il personale preposto a partecipare a una serie di bandi mirati alla riqualificazione urbana. E nonostante ripetute sollecitazioni, l’amministrazione non ha partecipato a un bando inerente le calamità naturali che avrebbe potuto portare sul territorio ulteriori risorse, arrecare ristoro ai privati e alla collettività, e riqualificare la piazza definita ex Tubi.
La quinta: ad oggi, non mi risulta sia stata intrapresa dall’amministrazione comunale di Manduria alcuna azione sia per il bando per l’efficientamento energetico che per la Zes.
Spero quindi di aver fatto chiarezza su cosa è realmente accaduto nell’ultimo anno, indipendentemente dalla mia volontà. Il mio ruolo di consigliere regionale è quello di stimolare, intercettare e proporre opportunità di sviluppo del territorio: credo di averlo assolto al meglio delle mie capacità e possibilità, e rimango a disposizione in tal senso al di là delle appartenenze politiche, nell’esclusivo interesse della collettività. Ma gli atti conseguenti sono poi cura delle amministrazioni e degli uffici tecnici preposti, e le responsabilità sono ben evidenti.
Mi auguro, quindi, che l’attacco strumentale che ho subito si riveli utile, attraverso il mio chiarimento, per uscire da uno stato di sempre più preoccupante inerzia, e scuotere chi di dovere nell’utilizzare gli strumenti di finanziamento che la Regione mette a disposizione dei Comuni: opportunità preziose che se perse non si ripresentano, e rappresentano una dolorosa sconfitta per la collettività”.
Bari, 30 ottobre 2019