Dopo che per mesi era stato annunciato l’avvio del corso di laurea di Medicina nella sede di Taranto oggi pare che il suo trasferimento a Bari sia dovuto a una decisione assunta in autonomia dal rettore dell’università. Una versione di comodo supponiamo in quanto solo un mese fa, l’università ha sottoscritto impegni chiari con enti pubblici quali il Comune di Taranto, l’Asl e la Regione Puglia per svolgere già da quest’anno a Taranto il corso di medicina. In virtù degli accordi siglati con le istituzioni locali non possiamo credere che il rettore abbia assunto in solitudine tale decisione mortificando le aspettative di un intero territorio che la politica aveva garantito di aver soddisfatto. Non possiamo immaginare che il rettore prima di ufficializzare il provvedimento non si sia confrontato con le istituzioni coinvolte e, pertanto, riteniamo che la sua decisione non abbia ricevuto il dovuto diniego della politica che conta. Il governatore di Puglia, dopo essersi intestato il merito di aver portato il corso di medicina a Taranto, non poteva non essere stato informato della volontà che si andava concretizzando e certamente avrebbe potuto fermarla se lo avesse voluto. Ora il centrosinistra ionico attribuisce tale scippo a “pressioni” baresi ma nessuno chiede il perché la Regione Puglia non abbia impedito che tale decisione venisse assunta. Emiliano, dimenticano, è lui stesso il primo portatore degli interessi baresi tant’è che sulla vicenda resta in silenzio. Contestualmente, si apprende che Taranto non verrebbe più servita dal Frecciarossa che attraversa la Basilicata in quanto la Regione Puglia non sta più contribuendo al pagamento del servizio. Preoccupati per queste vicende ci siamo recati in Corso Umberto a Taranto dove il presidente Emiliano ha inaugurato dei suoi uffici, a spese di noi contribuenti, per consentire ai tarantini di potergli parlare ma poiché non c’era abbiamo esposto uno striscione che riteniamo racchiuda il pensiero di molti tarantini. Non accettiamo decisioni che danneggiano il nostro territorio ne ci rassegniamo dinanzi a un governo regionale che sancisce la morte civile della seconda città pugliese e della sua provincia. Lotteremo per Taranto!