Premetto immediatamente che donne in gravidanza, bambini, qualsiasi essere umano in pericolo di vita, deve essere aiutato. È una legge morale prima di qualsiasi altra definizione le si voglia dare. Per aiutare però, bisogna essere nelle condizioni di farlo e Taranto non lo è.
Diretta e senza giri di parole voglio stigmatizzare le azioni “simboliche” di facciata che da giorni pullulano sui social e sui quotidiani locali. Mercoledì mattina al molo San Cataldo è arrivata la Ocean Vicking con a bordo 176 migranti. Tra questi, donne in gravidanza e bambini, identificati e visitati in un hotspot a ridosso dell’area industriale. Insomma, il posto migliore in assoluto per accogliere chiunque, figuriamoci donne gravide e bambini!
La giunta comunale, alcuni sindacati e pseudo intellettuali nostrani hanno lanciato la campagna di accoglienza, con l’hashtag #ioaccolgo.
Ma dove? Nelle loro case? O essendo il tema dell’immigrazione delicato, magari è il momento buono per posare davanti a qualche fotografo o telecamera?
Il Comune di Taranto in una nota ha scritto che Taranto sa accogliere e lo ha dimostrato, che Taranto è la città che si vede da lontano e infonde speranza nella salvezza. Tragicomico.
Taranto, una città che non riesce a salvarsi da sola, che non riesce a salvare i suoi cittadini, che aiuto concreto può offrire a centinaia di disperati? Questo non lo dicono e il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, tace. Perché tace? Il porto di Taranto è ghiotta occasione per ingraziarsi PD e Movimento Cinque Stelle alle prossime regionali, sulla pelle di chi affronta il mare?
Accolgono e parlano di redistribuzione.
Gli accordi di Malta sono una vera e propria pagliacciata: la redistribuzione avviene su base volontaria e chi arriva in Italia resterà in Italia, il “porto sicuro” di trafficanti di esseri umani.
Per non parlare dei protocolli operativi. Le forze dell’Ordine impegnate nei servizi di sbarco, sono munite di semplici guanti e mascherine antialito che non servono proprio a nulla.
Diranno che questi sono discorsi da razzisti e fascisti perché è l’unica arma che hanno per difendersi da ciò che loro sono veramente: speculatori.
Dopo l’hashtag su facebook, la carità pelosa, dopo il sit in simbolico (lo hanno anche comunicato), dopo la dichiarazione alla tv locale e la foto in prima pagina, la loro missione di pace sarà terminata e la bella figura fatta. E i disperati restano disperati, perché oramai se ne è parlato. L’importante è far sapere che Taranto ha accolto e averlo scritto su facebook.
Chapeau invece ai volontari. Quelli veri che nel silenzio e lontani dai riflettori, hanno aiutato con il cuore.
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