L’attivazione del corso di laurea di Medicina a Taranto tanto voluto dall’amministrazione comunale è senz’altro un’ottima notizia. Iniziate le lezioni, occorre sin da ora concentrare la nostra attenzione su alcuni aspetti decisivi per dare non solo continuità al percorso di studi ma assicurare nel tempo, grazie proprio a questa iniziativa, un contributo essenziale alla soluzione di alcuni problemi che attanagliano la Terra Ionica. Innanzitutto, dobbiamo far tesoro dei limiti registrati in passato quando alcuni corsi di laurea sono stati sì attivati ma poi sono finiti ben presto nel dimenticatoio e sono stati cancellati. Non è tempo di polemiche o recriminazioni ma Taranto, questo deve essere chiaro a tutti, non dovrà più essere vissuta o percepita come una succursale di Bari ma deve rappresentare, a tutti gli effetti, un’opportunità sia per gli studenti, tarantini e non solo, che per il corpo docente. Noi non possiamo essere il trampolino di lancio per carriere che poi trovano in altri lidi il loro definitivo coronamento ma diventare, nel tempo, una sede ambita per la qualità dell’offerta didattica, per i progetti di ricerca, per le soluzioni logistiche a beneficio della popolazione studentesca. Questo deve essere l’orizzonte politico e culturale che deve vederci tutti impegnati. Occorre quindi pianificare e monitorare la situazione in una logica di programmazione pluriennale che dovrebbe coinvolgere non solo le istituzioni locali, l’università e l’azienda sanitaria locale ma anche, più in generale, il tessuto sociale, economico e culturale tarantino. L’università è infatti patrimonio comune del territorio ionico. Proprio per queste ragioni, sarebbe utile attivare un tavolo di confronto permanente riguardante proprio la questione universitaria con il contributo degli enti locali, dell’università e, nel caso del corso di Medicina, dell’Asl di Taranto. II nuovo corso attivato al quartiere Paolo VI rappresenta infatti l’occasione propizia per formare le professionalità di cui necessita Taranto in ambito medico e scientifico. Non possiamo permetterci di contribuire, seppure involontariamente, all’ennesima fuga di cervelli di cui, onestamente, non avvertiamo alcun bisogno. Dobbiamo al contrario lavorare – ecco il punto nodale – per garantire un futuro occupazionale ai medici che si formeranno in riva allo Ionio. Se i nuovi camici bianchi decideranno di rimanere qui, al servizio della propria terra, dovranno poterlo fare sapendo di contare sulle stesse opportunità dei loro colleghi che conseguiranno il titolo accademico in altre città. Siamo all’inizio di un percorso, questo è chiaro, ma definire con chiarezza gli obiettivi da raggiungere è premessa indispensabile per garantire il successo di questa nuova importante scommessa per Taranto.
Taranto,15 ottobre 2019 i consiglieri comunali
Piero Bitetti
Mimmo Cotugno
Vittorio Mele