Sembra ieri che il sindaco Melucci posava, sorridente, per la foto ricordo con i vertici del colosso indiano, strette di mano e promesse di grandi sinergie tra comune e il magnate dell’acciaio. Oggi invece, in seguito all’assenza al tavolo tecnico in regione sulla crisi dell’indotto, il vice sindaco, Paolo Castronovi, afferma che la presenza industriale è incompatibile con lo sviluppo pensato per la città.Paolo è un ex dipendente Ilva e conosce bene le condizioni di quella fabbrica, sa che parlare di risanamento è pura utopia, tanto quanto immaginare un futuro per Taranto compatibile con questa presenza industriale. Ora la logica conseguenza a queste affermazioni può essere una sola, il Sindaco Melucci apra il famoso tiretto in cui dice di tenere l’ordinanza di fermo degli impianti inquinanti e la firmi.Il Tuel (articolo 50) su questo è chiaro, il primo cittadino ha il dovere di tutelare la salute della popolazione (principio di massima precauzione) e non di certo la produzione dello stabilimento.E non dimentichino i signori dell’amministrazione che il passo successivo all’ordinanza è quello di pretendere garanzie per i lavoratori e per il futuro della città.Se le parole del vice sindaco non sono solo fumo mi aspetto nell’immediato azioni forti, da parte dell’amministrazione, nei confronti di Mittal, viceversa sarà solo l’ennesima intervista a cui non seguono fatti concreti.
Io continuerò a battermi per la città che amo, per il futuro dei suoi figli e sono pronto a mettermi alla testa di quei cittadini che pretendono garanzie per la propria salute.Questa città è stanca di subire passivamente, il tempo delle parole è finito.
Consigliere comunale Massimo Battista