E’ davvero apprezzabile, per forma e contenuto, la lettera con cui Legambiente si rivolge al Comune di Taranto affinché anche il civico ente ionico, al pari di altri Comuni, si attivi per adottare la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale.
La missiva a firma di Lunetta Franco, presidente tarantina dell’associazione che da tantissimi anni rappresenta in Italia un baluardo di serietà e autorevolezza in materia di ricerca e sensibilizzazione in materia ambientale, ha infatti il merito di aver riproposto all’attenzione della cittadinanza ionica un tema straordinariamente importante. E non perché la questione dei cambiamenti climatici non sia già stata abbondantemente trattata a tutti i livelli, grazie soprattutto agli studenti che a più riprese si sono fatti promotori di diverse iniziative, quanto per il fatto che l’eventuale adozione di un provvedimento formale da parte della massima assise cittadina potrebbe davvero contribuire a sancire, anche nel territorio ionico, una virtuosa alleanza tra nuove generazioni, associazionismo e istituzioni locali. Perché la sfida della tutela e della salvaguardia dell’ambiente, questo è il punto nodale, si può vincere solo con il concorso di tutti gli attori sociali. È una questione di metodo prima che di merito. Condividere un percorso, infatti, significa esprimere consapevolezza rispetto all’assunzione di responsabilità tanto individuali quanto collettive. Individuali perché il comportamento dei singoli concorre certamente alla difesa e alla tutela dell’ambiente e del territorio; collettive perché si tratta di fare scelte chiare e lungimiranti che, nel caso delle pubbliche amministrazioni, assumono il profilo, appunto, di atti e provvedimenti. In tal senso sono certo che il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci non farà cadere nel vuoto la giusta e condivisibile sollecitazione di Legambiente. Mi risulta, infatti, che sia già in preparazione un’apposita delibera di giunta che si ricollega agli altri significativi atti di questa amministrazione comunale sul tema della transizione ecologica e dell’agenda 2030 dell’Onu.