Il 22 agosto si è tenuto un incontro tecnico per conferire con le rappresentanze di Ilva, Arpa e Asl, e con i dirigenti dei due istituti scolastici “Deledda” e “De Carolis”, chiusi fino al termine dell’anno scolastico, con ordinanza sindacale del 30 marzo, a causa della vicinanza alle “collinette ecologiche”, poste sotto sequestro nel febbraio del 2019 dai carabinieri del NOE di Lecce.
Gli accertamenti svolti dai carabinieri del NOE di Lecce, iniziati nel secondo semestre del 2018 e suffragati nella parte tecnico-chimica da Arpa Puglia, avevano permesso di accertare che le collinette ecologiche di proprietà Ilva Spa in A.S., altro non erano che una enorme discarica abusiva di svariate tonnellate di rifiuti industriali derivanti dalle lavorazioni degli impianti del polo siderurgico (loppa, scorie d’altoforno ed altro) che, esposti all’azione degli agenti atmosferici, avevano riversato nei terreni e nell’ambiente circostante, sostanze altamente tossiche e cancerogene come diossine, furani, PCB, idrocarburi e metalli vari. In conseguenza di questi rilievi, il NOE di Lecce, aveva dato esecuzione al provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza disposto dalla Procura della Repubblica di Taranto, ad un’area di circa 9 ettari costituente le tre collinette ecologiche in questione.
La vicinanza della terza “collinetta” ai due plessi scolastici “Deledda” e “De Carolis” – nel quartiere Tamburi – aveva dunque reso necessaria la chiusura dei due istituti scolastici. Il sindaco Rinaldo Melucci, in quei giorni, aveva dapprima disposto, con ordinanza del 2 marzo, la chiusura temporanea – fino al 30 marzo – per consentire ulteriori accertamenti outdoor e indoor da parte di Asl e Arpa Puglia. In data 30 marzo ne aveva ordinato la chiusura fino al temine dell’anno scolastico, con la conseguenza che i 708 studenti e le loro famiglie, hanno dovuto affrontare enormi disagi, a causa della dislocazione delle lezioni in altri istituti del quartiere e per il conseguente slittamento delle lezioni al pomeriggio.
L’incontro tecnico del 22 agosto e la conferma – giunta il 29 agosto – dei Commissari Straordinari di Ilva in A. S. che annunciavano di aver portato a compimento gli interventi di messa in sicurezza dell’area delle “collinette” prossima al rione Tamburi, sembravano dover chiudere la vicenda in maniera definitiva, con la riapertura delle due scuole. Dei circa 700 alunni, oltre un centinaio di studenti hanno richiesto il “nulla osta” per potersi trasferire in un altro istituto scolastico. Il 18 settembre, giorno di inizio dell’anno scolastico – e della riapertura dei due plessi – alcune mamme hanno protestato all’esterno dei due istituti chiedendo certezze sulla sicurezza dei propri figli.
In una nota diramata il 7 settembre dai consiglieri comunali di opposizione – Massimo Battista, Vincenzo Fornaro e Rita Corvace – si legge infatti che, alla richiesta di accesso ai dati relativi ai campionamenti effettuati sulle collinette “ecologiche”, queste risultanze non sarebbero mai pervenute. In termini più semplici – riportando la nota dei consiglieri – “Arpa non è in possesso di questi dati. I dati sono fermi al 5 Aprile quando Arpa Puglia riscontrò superamenti concentrazioni soglia di contaminazione 3 volte e mezzo superiore la norma.” – si legge ancora – “non capiamo come mai le analisi siano state commissionate da Ilva in A.S. a ditta terza. Alla luce di questa scoperta ci chiediamo come sia possibile che il controllato sia allo stesso tempo controllore e soprattutto sulla base di cosa si annuncia la riapertura dei plessi scolastici “De Carolis” e ”Deledda”. Parliamo della salute e dell’incolumità di centinaia di bambini – proseguono i consiglieri – che tra pochi giorni torneranno sui banchi di scuola ignari di ciò che respireranno, inoltre vorremmo capire se gli abitanti residenti nelle zone limitrofe sono al sicuro. Non è dato sapere nulla, risultati e tanto meno se queste analisi sono state svolte sui complessivi 9 ettari posti sotto sequestro. È certo invece che tramite atto notarile il gruppo Mittal abbia passato le collinette ad Ilva in A.S. con relativi costi per la bonifica, passaggio avvenuto subito dopo il sequestro dell’area avvenuto il 5 febbraio 2019 da parte del Noe. Così come è certo che gli interventi di messa in sicurezza riguardano il solo versante sud (lato scuole) e non quello nord (lato superstrada). Interventi che non risolveranno la questione ma che servono a tamponare decenni di completo lassismo, per quantificare il danno reale perpetrato serviranno dieci carotaggi con profondità di 20 metri, per capire cosa realmente è stato ammassato lì sotto. Si attendono ulteriori sopralluoghi da parte di Asl per verificare che i lavori svolti da una ditta privata possano garantire la salute di bambini e addetti ai lavori. Vorremmo sapere quando dirigenti comunali e assessori al seguito del Sindaco, come capo delegazione, metteranno nero su bianco per la riapertura delle scuole, se in queste condizioni i bambini sono al sicuro. E tutto questo dopo le notizie degli sforamenti nelle giornate del 5,17,18 e 19 agosto del camino E 312, lì non ci sono bonifiche che tengano. Ancora una volta la salute dei tarantini è avvolta in una nube nera, come il fumo che quotidianamente viene fuori dai camini dell’area industriale.”