Quale che sia l’esito della vicenda Ctp -Amat in ordine all’espletamento del servizio di trasporto riguardante le linee 4, 14 e 16, chiaro deve essere l’obiettivo da perseguire e portare a casa: zero esuberi, quindi nessun licenziamento. A pagare non possono essere i lavoratori. Avrei voluto evitare di intervenire su una questione che presenta diversi rilievi tecnici di non facile comprensione ai non addetti ai lavori. E tuttavia, non meno importante mi sembra evitare, proprio su questo terreno, inaccettabili strumentalizzazioni. Tutto nasce nel 2013 quando il Cotrap-AMAT sottoscriveva con il Ctp un contratto di subaffidamento di tre linee, rispettivamente la 4, la 14 e la 16, che interessavano ed ancora oggi interessano i comuni di Statte e Leporano. Obiettivo: garantire il servizio pubblico che consente il collegamenti tra la città capoluogo e due importanti comunità. Il suddetto accordo prevedeva dettagliatamente le modalità di espletamento del servizio ed i relativi corrispettivi. Nel mese di ottobre 2018 il Ctp richiedeva un aumento del corrispettivo fino a1,95 euro per chilometro. Richiesta che Amat non poteva evidentemente accettare in quanto non solo non contrattualmente previsto, ma anche non conforme ad altri servizi simili a quelli previsti nel 2013. Nonostante il disappunto, l’Amat si dichiarava disponibile ad una verifica dei parametri di gestione da porre alla base di una eventuale rideterminazione del corrispettivo. Nei mesi successivi, pertanto, le società interessate ipotizzavano la possibilità di trovare un punto di incontro in merito alla cifra da pagare per ogni chilometro effettuato. Dopo qualche mese, e più precisamente il 21 giugno, il CTP proponeva, previo passaggio in assemblea dei soci, un ulteriore importo del corrispettivo pari ad € 2,10/km, intimando l’interruzione del servizio già al 31 luglio. Nello stesso mese di luglio, dinanzi al Prefetto, al solo fine di evitare una interruzione del pubblico servizio, AMAT acconsentiva a corrispondere la cifra richiesta sino alla data del 30 settembre, dunque per un’altra settimana ancora. Amat, società per azioni, accettava di reinternalizzare il servizio, ritenuto non più conveniente dal Ctp, a far data dal primo di ottobre, mettendo in essere un importante piano di investimenti per l’acquisto di mezzi, sempre al fine di non interrompere il servizio. E’ bene ricordare che trattasi di un servizio che ha come scadenza il 30 giugno 2020 quando si procederà all’assegnazione tramite un bando di gara. A fronte di questa situazione, il Comune di Taranto non solo non si è sottratto al suo ruolo ma il sindaco, venendo incontro alle richieste del Ctp – quelle sopra richiamate – si è anche fatto garante di un nuovo accordo tra le parti. Non si comprende dunque il paventato rischio di esubero del personale se solo si consideri che l’accordo del 2013 avrebbe avuto comunque come scadenza perentoria e naturale la data del giugno 2020 e che gli operatori di esercizio in capo al Ctp sono, ad oggi, qualche unità in più rispetto a quelle già in forza nel 2013, prima del contratto in questione. Il servizio, quindi, andava e va organizzato secondo questa tempistica e gli accordi nel frattempo sottoscritti per contratto. La responsabilità della situazione che si è venuta a creare non è quindi ascrivibile al Comune di Taranto e all’Amat che, invece, le hanno provate tutte per soddisfare le richieste del Consorzio Trasporti Pubblici. I fatti dicono che è stato il Ctp a forzare un po’ la mano. Come mai tutto è filato liscio per sei anni e ora non più? Nonostante in questo periodo ci sono stati benefici per le due aziende? Al momento si stanno comunque vagliando tutte le soluzioni sul tappeto per un esito positivo della vicenda. L’atteggiamento dei sindacati è comprensibile e proprio per questo ogni confronto utile tra le parti è non solo auspicabile ma indispensabile per tutelare i cittadini utenti del servizio di trasporto e per non lasciare nessun lavoratore a casa. In definitiva, a me sembra che oggi si faccia molto baccano intorno ad una vicenda che potrebbe essere gestita con vision, programmazione e riqualificazione dei servizi da parte del Ctp. Gli enti pubblici e le società partecipate devono essere contenitori autorevoli nei quali non si possono piegare le regole e i numeri a piacimento. Occorre approcciare i negoziati con serietà, trasparenza e consapevolezza dei ruoli e degli scopi delle controparti. Auspico che il Ctp possa fare una riflessione sul futuro e sul piano industriale.
Ora non ha senso recriminare sulle opportunità perdute.
Taranto, 24 settembre 2019 Piero Bitetti
Consigliere comunale e provinciale