Il consigliere del M5S Marco Galante ha preso parte all’evento organizzato dall’OPI (Ordine Professioni Infermieristiche) di Taranto dal titolo “Nuovo Codice Deontologico: strumento per la buona prassi del professionista infermiere”.
“Il nuovo Codice – spiega il pentastellato – è stato approvato a 10 anni di distanza dal precedente e con un confronto con tutti gli ordini provinciali durato oltre un anno. Era necessario un testo che si adeguasse sia all’evoluzione della professione che ai bisogni dei cittadini. Tre le parole chiave: consapevolezza, autonomia e responsabilità. Ora sta a noi adoperarci per far sì che questa guida non resti solo sulla carta. Il tempo di relazione è tempo di cura, ma perché sia realmente così sono necessarie piante organiche adeguate. Conosciamo però le condizioni in cui sono costretti a lavorare tanti infermieri, demansionati a causa della scarsità di personale negli ospedali. La contenzione, spesso è un rimedio per il sovraccarico di lavoro, non riconosciuto come atto terapeutico dagli infermieri, ma causato dalla mancanza di un numero adeguato e normato per legge che stabilisca un rapporto infermiere/paziente. La politica deve assumersi le proprie responsabilità per non aver mai riconosciuto concretamente la centralità del ruolo di questi professionisti, che spesso per non far collassare gli ospedali sono costretti a svolgere compiti che non sarebbero tenuti a fare e per stipendi inadeguati alla mole di lavoro. Oggi sarebbe stato utile un confronto con la Asl di Taranto, i cui vertici non si sono presentati, sottolineando ancora una volta lo scarso interesse per la professione infermieristica. Sono anni – continua Galante – che chiediamo al Consiglio regionale e alla giunta di riconoscere la valenza strategica della figura dell’infermiere di famiglia e comunità per potenziare l’offerta dei servizi di assistenza territoriale e domiciliare. Parliamo di una figura che si occupa della gestione delle cronicità, di educazione alla salute e prevenzione e permetterebbe di abbassare i costi del servizio sanitario evitando ricoveri inappropriati. Auspichiamo che la regione Puglia, come successo in altre Regioni, dia al più presto centralità a una figura purtroppo sottovalutata”.