Se Taranto non è Chernobyl a dirlo sono i dati delle analisi fornite
dalle autorità competenti, che da aprile non vengono pubblicati né sul
form dedicato all’osservatorio ambientale sul sito del Comune di
Taranto, nè su quelli di Arpa e Asl. E in assenza della cui
pubblicazione chiunque si ritiene, illegittimante, autorizzato alle
proprie personali interpretazioni.
Gli ultimi diffusi da Arpa, quelli del 5 aprile sull’analisi top soil
dell’ area perspicente il cimitero San Brunone e di quella retrostante
l’edificio scolastico Deledda, descrivevano uno sforamento dei livelli
di inquinanti 3 volte superiore al livello consentito e in particolare
di diossina a 40 (limite 10) su area residenziale.
L’annunciata avvenuta messa in sicurezza di parte della collinetta
numero 3, corrisponde, come riportato nell’ ordinanza sindacale di
riapertura delle scuole, solo a una misura precauzionale relativa a
uno dei piani di intervento da effettuare sulle collinette, quello
emergenziale, di cui l’altro consiste invece nella caratterizzazione,
analisi specifica del rischio e bonifica dell’area.
Per questo è necessaria la pubblicazione delle ragioni tecniche e
scientifiche che avrebbero reso salubre una zona dichiarata pochi mesi
fa ad alto rischio, tanto da costringerne ordinanza chiusura plessi
scolastici ivi insistenti.
Analisi che non si elaborano solo dai dati rilevati dalle centraline
mobili poste lungo le scuole, trattandosi di verifiche sul suolo: è
dai carotaggi che si rilevò lo sforamento che portò al sequestro
preventivo dell’area e alla chiusura delle scuole, mentre le
centraline rilevavano dati positivi nel tempo. E che, proprio
trattandosi di inquinamento del suolo, e non atmosferico, si forma per
accumulo e non viene eliminato senza bonifica.
La quale va effettuata sull’intera area, e non solo all’interno dei
plessi scolastici, la cui ultima bonifica per 9 milioni di euro era
avvenuta nel 2016, senza evitarne la successiva ordinanza di chiusura.
Per questo chiediamo come mai da febbraio la Regione Puglia non abbia
proceduto a convocare la conferenza dei servizi necessaria per
redigere il piano con cui Ilva in AS deve procedere alle
caratterizzazioni e ad analisi del rischio.
Ovvero le analisi necessarie ad asl, così come arpa ha dichiarato il
13 marzo in consiglio regionale, e il Sindaco in un comunicato sull’
incontro in prefettura del 26 giugno, per stabilire se c’è o meno
pericolo sanitario su quell’area.
Quanto alle scuole, in attesa di questa analisi, permane come
dichiarato dai responsabili Arpa in pubbliche assemblee,
l’incompatibilità urbanistica di plessi scolastici edificati su una
discarica.
I cui eventuali danni sanitari si potranno verificare solo procedendo
a un’indagine epidemiologica, che invitiamo il Comune a commissionare,
sugli alunni e lavoratori che le hanno frequentate.
Associazione Marco Pannella