Accendere un riflettore sul tema della sicurezza e farlo in uno dei luoghi in cui lavoratori e cittadini vivono molto del loro tempo urbano. L’esortazione arriva dalla FILT CGIL (Federazione Italiana Lavoratori del Trasporto) e della segreteria confederale dello stesso sindacato che questa mattina ha tenuto una conferenza stampa, dopo le denunce delle scorse settimane in merito alla sicurezza in AMAT.
Al centro dell’attenzione è la municipalizzata ai trasporti urbani del Comune capoluogo, in cui dall’8 luglio scorso ad oggi si sono registrate 1862 bolle di avaria, solo una parte delle 70520 che pesano come macigni sui mezzi che quotidianamente circolano in città.
Ciò vuol dire – spiega Francesco Zotti, della segreteria della FILT CGIL di Taranto – esporre i lavoratori, ma anche i cittadini ad un rischio inutile e potenzialmente dannoso, non solo per gli incidenti che si potrebbero verificare, ma anche per una disaffezione totale da parte delle comunità ad un servizio pubblico che invece andrebbe migliorato e sostenuto in vista di una mobilità sempre più sostenibile.
Siamo consapevoli – dice Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto – che l’amministrazione comunale, socio di maggioranza dell’AMAT, abbia iniziato un percorso per migliorare il servizio, tuttavia la municipalizzata ai trasporti, dallo scorso 8 luglio (data in cui il delegato alla sicurezza dei lavoratori della FILT, viene raggiunto dal procedimento di sospensione dal servizio – ndr) continua a non volere aprire una discussione seria su un tema così delicato, e anzi punta la pistola alla tempia di un lavoratore “reo” solo di aver evidenziato anomalie che non rendevano sicurezza la corsa per se stesso e per i cittadini.
Non ci fermeremo – spiega Giuseppe Guagnano, segretario regionale della FILT, giunto appositamente a Taranto per dare man forte alla categoria sotto pressione – pertanto o l’AMAT comincia a ragionare dettagliatamente su quello che sta accadendo ormai da tempo o saremo pronti anche ad arrivare a denunce circostanziate presso la Procura della Repubblica, anche sulla base di un nutrito dossier di accadimenti che vanno oltre quello attuale, ma fondato su centinaia di segnalazioni tuttora inevase.
Un braccio di ferro tra azienda e CGIL che non sembra allentarsi considerato che dopo il procedimento di sospensione in cui viene anche avanzata l’ipotesi di licenziamento del delegato FILT CGIL, allo stesso lavoratore è arrivata anche una richiesta di risarcimento danni.
Viene “usato” quel delegato alla sicurezza per dire a tutti di stare buoni – continua Peluso – mentre quell’autista ha solo agito per dovere e responsabilità. Responsabilità che resta tutta in capo ai lavoratori in caso di incidenti.
Che una azienda a partecipazione pubblica si comporti così è inaudito – continua Zotti – perché l’accusa mossa nei confronti del lavoratore nonché dirigente sindacale, tende a nascondere la polvere sotto il tappeto, facendo gravare su autisti, meccanici, ausiliari della sosta il peso di una gestione che invece sembra non occuparsi dell’incolumità di chi lavora e di chi usa quei mezzi.
Così i lavoratori AMAT iscritti alla CGIL si sentono nel mirino.
A volte siamo costretti a multare automobilisti anche quando c’è una ruota solo leggermente fuori posto o anche quando le nostre mansioni non lo consentirebbe – interviene un’ausiliaria della sosta – finendo così inevitabilmente tra due fuochi: l’azienda che ci minaccia da una parte e i cittadini che spesso arrivano ad aggredirci verbalmente e non solo.
Un rapporto nuovo e più collaborativo è urgente – termina Peluso – e speriamo che l’AMAT voglia costruirlo insieme a noi, insieme ai lavoratori, senza intimidire nessuno, perché in caso contrario è chiaro che non ci faremo intimidire e andremo avanti, con tutti i mezzi necessari, fino alla soluzione del problema.