I complessi negoziati in corso, per la formazione di un nuovo Governo nazionale, si accompagnano all’auspicio che gli stessi possano prefigurare credibili strategie di rilancio delle sorti economiche e sociali del Paese e, con esse, altrettanto esigibili occasioni di riscatto, specie per i territori del Mezzogiorno.
Sfide che richiedono forte governance istituzionale, responsabilità condivise, senso civico, dialogo e contrattazione sociale, cura del patrimonio, capacità di offerta occupazionale, sostenibilità dei cicli produttivi, possibilità di elevare la qualità della vita e del tempo libero per i cittadini di tutte le età; settori, questi ultimi, che stando alle graduatorie stilate ultimamente da riviste specializzate, come il Sole 24 Ore, continuano a relegare agli ultimi posti Taranto e molti dei restanti capoluoghi pugliesi.
Troppe suggestioni e pressoché nulli interventi anticiclici hanno caratterizzato le politiche nazionali dell’ultimo anno, mentre Taranto era schiacciata e continua ad esserlo, da crescente richiesta di Cig e da tassi di disoccupazione sopra la media nazionale, specie giovanile, tra i più alti in Puglia e risentiva, come ancora risente, solo marginalmente delle deboli politiche economiche messe in campo.
Sempre più necessario sarebbe, dunque, che si affrontassero i bisogni concreti delle persone con strategie, progetti ed investimento produttivo e di occupazione aggiuntiva, abiurando la logica dell’assistenzialismo tout court, quasi a voler cristallizzare – provocatoriamente – come definitivo il dualismo tra un Nord produttivo e messo in rete con le più importanti infrastrutture europee ed un Mezzogiorno assistito, bisognoso di null’altro.
Il fronte vertenziale ionico offre possibilità di ripartenza non di poco conto, dalla questione ex-Ilva compresi i sistemi appalto e indotto in profondissima crisi, ai processi di ambientalizzazione del sistema produttivo industriale ed alle bonifiche, dal completamento del Contratto Istituzionale Sviluppo (Cis) alle risorse ancora occorrenti per accelerare gli investimenti ed il completamento, Arsenale MM, dalle politiche sanitarie e socio-sanitarie alla Zes, ecc.
E’ un dato oggettivo però, che alcune recenti novità evidenziatesi a Taranto, in termini di progettualità e di importanti segnali di stabilità, facciano ben sperare, come la conferma della Direttrice del MArTA che ha fortemente rafforzato il Museo Nazionale come centro di eccellenza e di cultura identitaria, la conferma della Commissaria alle bonifiche, in virtù dell’oggettivo riconoscimento per l’attività finora realizzata, la firma per la concessione del Porto la cui infrastruttura, in un sistema da noi prefigurato come industria del Mare che offre già tutte le condizioni favorevoli per essere rilanciata oltreché da attività specifiche di trashipment anche dal turismo crocieristico destagionalizzato.
Quanto, in particolare, alla 20^ edizione dei Giochi del Mediterraneo che si svolgeranno nel 2026, assegnati alla città di Taranto, dove il fare sistema tra Istituzioni ha ben funzionato, pensiamo che si tratti di una scommessa che per le sue ricadute finanziarie ed occupazionali può e deve travalicare a partire dalle prossime settimane l’esclusivo interesse sportivo e consentire mediante un lavoro puntualissimo la pianificazione di tutte modalità operative comprese la formazione, a valere per le Aziende e per i lavoratori che verranno impiegati.
Modalità da inserire al più presto in un Protocollo di legalità, rispettose delle leggi e dei contratti di lavoro, della salute e della sicurezza di quanti saranno assunti per la realizzazione o la ristrutturazione dei vari impianti sportivi adibiti all’accoglienza degli atleti e del pubblico in una cornice internazionale, sia a Taranto che in tutte le altre città dei territori coinvolti, tra cui Brindisi e Lecce.
Si tratterà di porre in essere, in tale prospettiva, un modello organizzativo e logistico efficiente ed efficace, che apazi dalla prevenzione della corruzione ai protocolli di legalità fino all’accoglienza e che deve partire da subito per far conoscere le ricchezze di questi territori, per il ritorno in Puglia dopo circa 30 anni (fu la 13^ Edizione), di una manifestazione prestigiosa e di vetrina internazionale, in cui lo sport è vita, sacrificio, socialità, condivisione ma anche – per i territori che ospitano – opportunità economica, di sviluppo e di occupazione aggiuntiva.
Le tante potenzialità possedute da questo territorio hanno bisogno da subito, ancor più e meglio che nel passato, di una visione condivisa capace di mettere insieme idee per le buone pratiche ed una progettualità mirata capace di recuperare fiducia e speranza nei cittadini, in particolare nei giovani.
Taranto ridiventi una città ambiziosa, riscoprendo le tantissime energie sociali, culturali, gastronomiche, turistiche ed economiche possedute, moltissime delle quali caratterizzate dall’eccellenza, per continuare a narrare la sua storia di Città di mare e di porta privilegiata di accesso in Italia e in Europa dal Mar Mediterraneo.
Antonio Castellucci