“Alla città di Taranto sono stati assegnati i Giochi del Mediterraneo 2026. Viva Taranto. Un risultato importante che, se sfruttato a dovere, potrà contribuire ad imprimere una svolta decisiva per la nostra città. Ma quanto avvenuto sabato pomeriggio a Patrasso mi ripaga dell’incessante lavoro cominciato ad agosto del 2016 e conclusosi a gennaio 2018 con l’approvazione in Consiglio regionale della legge regionale speciale per Taranto sulla cui spinta, oggi, possiamo celebrare questo importante avvenimento. Non cerco meriti nè voglio gratitudine malgrado qualcuno abbia subito approfittato per appuntarsi medaglie sul petto”.
Gianni Liviano, consigliere regionale tarantino, plaude per l’assegnazione a Taranto dell’organizzazione dei Giochi del Mediterraneo, opzione nata all’interno del Piano strategico della legge per Taranto.
“Ho sempre sostenuto che un piano strategico non funziona quando i tecnici si siedono ad un tavolo e stilano masterplan. I piani strategici funzionano quando cambiano il modo di pensare e la cultura delle persone che abitano le città. Un assunto che ho sempre ben tenuto presente quando tre anni fa chiesi, ed ottenni, al presidente Emiliano di poter fare una legge speciale per Taranto coinvolgendo, per la sua realizzazione, Università e Politecnico di Bari, sindacati, associazioni di categoria, ordini professionali, singoli e valenti interlocutori. Dalla Legge speciale – aggiunge Liviano – è nato il Piano strategico per realizzare il quale ho fatto stanziare le risorse economiche necessarie nei bilanci del Consiglio regionale. Così come, nel mio breve periodo di assessorato, ho salvato le risorse economiche per ristrutturare il teatro Fusco (i cui finanziamenti europei stavano per essere persi dall’amministrazione Stefàno), ho dato vita all’accordo con il commissario straordinario Corbelli perché i lavoratori di IsolaVerde fossero impiegati nei lavori di bonifica mentre per il Paisiello siamo riusciti, in diverse occasioni, a porre rimedio alla sua difficile situazione”.
E, poi, ricorda ancora Liviano, come non dimenticare “la felice intuizione della Zes, pensata all’interno della Legge Taranto ancor prima che il governo la introducesse nel decreto Resto al Sud. E, ancora, la Spartan Race che, grazie all’intuizione di Marco De Bartolomeo e di Taranto Città spartana, nacque con Paolo Verri nella nostra sede di via Fiume, così come l’avvio dello studio del cineporto a Taranto o il lavoro finalizzato a far diventare il Mar Piccolo parco regionale o il restauro della chiesa Madonna della Salute in città vecchia, o il rafforzamento dell’offerta formativa, passando per la realizzazione della Fiera del Mare e mille altre cose realizzate sul territorio. Tutto questo mi fa dire: sono felice perché Taranto é casa mia, è casa nostra. Ricostruire una prospettiva di successo per Taranto – sottolinea Liviano – ricreando condizioni competitive e di coesione sociale investendo nella economia dell’esperienza e rafforzando il proprio capitale identitario, sostenere l’accelerazione di processi di riposizionamento economico e produttivo, sociale e culturale della città di Taranto, in assenza di elementi portanti, che hanno costituito il prodromo del successo di tante città internazionali nel cambiamento, è un obiettivo ineludibile. Per tutti questi motivi oggi sono contento per l’importante riconoscimento così come mi sento di chiedere di accelerare sulla creazione del Laboratorio Urbano e Territoriale (TaLab) quale struttura di accompagnamento del Piano strategico e la cui funzione è di fare informazione e dar vita alla partecipazione. Dobbiamo indirizzarci – conclude Liviano – verso percorsi di responsabilità e la legge regionale speciale per Taranto, e lasciatemelo dire: la mia legge speciale per Taranto, e con essa la previsione di una zona a fiscalità di vantaggio, la Zes appunto, può essere un’importante occasione da non disperdere. So che la memoria é corta per molti e tanti posano nelle foto e rilasciano interviste e rivendicano paternità che non hanno. Noi sappiamo – conclude Liviano – come sono andate veramente le cose e i documenti e le carte e le registrazioni delle sedute di Consiglio e le Leggi raccontano la verità, raccontano la storia”.