Riteniamo indispensabile fare un chiarimento sulla questione “chippaggio” dei D.P.I. – indumenti da lavoro, data la grande confusione e le molte imprecisioni, purtroppo non sempre veicolate in buona fede.
Nei mesi scorsi vi è stata una grave carenza nell’approvvigionamento, e quindi disponibilità, di Dispositivi di Protezione Individuale, specificatamente delle tute da lavoro, in ragione della quale l’Azienda ha iniziato a distribuire ai lavoratori indumenti “rigenerati”, ossia non appartenenti allo stesso lavoratore che lo consegnava al servizio lavanderia per la sanificazione ma recuperando e consegnando, dopo sanificazione, capi usati di cui non si poteva risalire al “proprietario”.
I RR.LL.S. di FIM, FIOM e UILM in data 8 Maggio hanno inviato pertanto una comunicazione urgente all’Azienda per segnalare la mancanza di D.P.I. ai magazzini e per diffidare l’azienda dal continuare a distribuire ai lavoratori tute “rigenerate”, chiedendo nel contempo di capire come l’Azienda riuscisse a garantire il mantenimento delle caratteristiche tecniche e delle relative certificazioni a seguito dei cicli di lavaggio, rispetto a quanto stabilito dal fabbricante per il mantenimento delle caratteristiche di alta visibililita, anticalore, antiacido ecc. In risposta al comunicato l’Azienda, nell’incontro del 17 Giugno u.s., ha COMUNICATO, così come si evince chiaramente dal verbale, ai RR.LL.S. lo stato degli approvvigionamenti ai magazzini dei D.P.I., il ritiro dal circuito di tutte le tute rigenerate e la soluzione individuata per garantire il mantenimento delle certificazioni delle caratteristiche tecniche degli indumenti protettivi da lavoro. Pertanto, trattandosi di mera comunicazione, non c’è stato nessun accordo tra le parti. È stato quindi comunicato che avrebbero inserito all’interno indumenti degli indumenti di protezione individuale (giacca e pantalone) un chip-dati al fine di memorizzare il numero di lavaggi effettuati, la taglia e la portineria dove far tornare ogni capo per il seguente prelievo. Visionando le schede tecniche di questi “TAG” abbiamo potuto constatare che sono sistemi non attivi, ossia normalmente inattivi, che vengono attivati a contatto o al massimo a pochi centimetri di distanza nello stesso identico modo dei tesserini di riconoscimento assegnati a ciascun dipendente. Il sistema di “lettura” sarà gestito totalmente dalla ditta che si occuperà del lavaggio industriale degli indumenti e, così come ci è stato comunicato, eliminerà il problema delle tute consegnate per il lavaggio e “smarrite”, oltre che consentirà di mettere fuori ciclo gli indumenti che hanno superato il numero di lavaggi previsti dal fabbricante e quindi non più certificate come D.P.I. utilizzabili.
Taranto 24.08.2019
RR.LL.SS. FIM - FIOM - UILM